"E’ un processo, ma ormai somiglia a un congresso". E’ quanto scrive, sul Giornale d’Italia, il leader de La Destra, Francesco Storace, a proposito della sentenza di secondo grado, attesa per oggi, del processo Ruby contro Silvio Berlusconi.
"E’ tutto molto surreale, con un reato di concussione in cui non c’e’ vittima ne’ utilita’, e con un reato di prostituzione in cui chi avrebbe fatto sesso nega di averlo fatto. Eppure, in primo grado il cavaliere si e’ beccato una condanna a sette anni. Persino la Boccassini si era accontentata di sei nella richiesta dell’accusa in tribunale. In un paese serio, l’imputato sarebbe assolto". "In Italia la giustizia e’ fatta in modo strano e c’e’ il rischio concreto di un bis in appello, magari mitigato nella pena, tanto per far vedere che non c’e’ accanimento… Ma vuoi o non vuoi, sara’ una sentenza che fara’ politica. Come in un congresso, si vince o si perde, il destino di un grande leader viene deciso dalla magistratura e non dal popolo sovrano".
Se sara’ assolto, dice Storace, Berlusconi sara’ "piu’ potente" e "si dovra’ far carico di proporre all’Italia una strada per il futuro da far consacrare dal voto popolare". "Non credo basti una semplice indicazione: e’ il tempo di chiamare un popolo che nel nome di Berlusconi ha combattuto una straordinaria battaglia di liberta’ politica, economica, culturale, ad essere protagonista di una scelta che potra’ essere entusiasmante solo se condivisa". Se invece sara’ condannato "si scatenera’ di tutto e ben pochi saranno disposti ad immolarsi dopo l’emozione e la solidarieta’ delle prime ore. Vincera’ la sfida finale chi la giochera’ con piu’ intelligenza, rifiutando il teorema che vuole una coalizione intera compartecipe di un romanzo criminale". "E’ a destra che bisogna prendere l’iniziativa. Se siamo costretti a ripeterlo per l’ennesima volta viene il dubbio che ci si accontenti del poco che si ha. Invece, potrebbe esserci molto di piu’", conclude.
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