Sì alla richiesta di legittimo impedimento per Silvio Berlusconi, no a quella per i legali dell’ex premier, nonché parlamentari del Pdl, Piero Longo e Niccolò Ghedini. E’ quanto hanno deciso i giudici del Tribunale di Milano nell’ambito del processo Ruby, che vede imputato Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Cancellata quindi l’udienza odierna, in cui era prevista la requisitoria del pubblico ministero Ilda Boccassini: cancellate anche le udienze del 20-21 marzo, il processo viene aggiornato a lunedì prossimo, 25 marzo. Le richieste di legittimo impedimento sono state avanzate dalla difesa per impegni politici, in quanto sia Berlusconi che i suoi avvocati dovevano partecipare alle riunioni dei gruppi parlamentari del Pdl per la nomina dei capigruppo: i giudici hanno accolto l’istanza di rinvio per il leader del Pdl – in quanto hanno ritenuto "assoluto" l’impegno del senatore Berlusconi in uno del "passaggi fondamentali" per la vita politica del Paese – mentre non ha accolto quelle di Longo e Ghedini, sostenendo che i due legali avevano la possibilità di nominare dei sostituti. Slittano quindi i tempi per arrivare alla sentenza (prevista per lunedì prossimo, forse arriverà ad aprile): in ballo c’è anche l’istanza di legittimo sospetto avanzata dai legali di Berlusconi per chiedere il trasferimento del processo a Brescia, sulla cui ammissibilità o meno dovrà pronunciarsi la Cassazione.
Proprio in attesa della pronuncia della suprema corte sono state annullate le udienze del 20-21 marzo, calendarizzate inizialmente per permettere alle parti di concludere requisitoria e arringa. Chiedendo di respingere la richiesta di legittimo impedimento, la Boccassini aveva sottolineato che "in un altro Paese sarebbe un oltraggio e un disprezzo per la corte e lo è anche qui". Le "istanze sono irrispettose nei confronti del collegio e del pm" aveva affermato il pubblico ministero, chiedendo che sia "consentito alla pubblica accusa, che rappresenta lo Stato, di andare avanti e che si consenta al pm di concludere". La Boccassini ha sottolineato in particolar modo che Longo e Ghedini hanno a disposizione dei validi sostituti (menzionando gli avvocati Dinacci e Perroni) e un "calendario fissato da mesi". Parole a cui Longo e Ghedini replicano così, in una nota congiunta: "I toni e i modi utilizzati dalla Boccassini stamani in udienza nel processo cosiddetto Ruby, sono davvero inaccettabili e dovranno trovare compiuta valutazione nelle sedi opportune. Comunque tale atteggiamento dimostra ancor più, se ve ne fosse bisogno, l’assoluta impossibilità di affrontare serenamente quel processo a Milano". I due legali aggiungono: "Si deve fra l’altro ricordare per completezza d’informazione, visto che la Boccassini sembra non conoscere il dato processuale, che i difensori del presidente Berlusconi avevano già nelle scorse udienze revocato ogni nomina di sostituti e quindi qualsiasi riferimento agli avvocati Perroni e Dinacci è del tutto fuorviante". E tutto il Pdl va all’attacco: "I toni odierni della Boccassini verso Silvio Berlusconi e verso i suoi legali consentono a ciascuno di valutare se a Milano vi sia o no la serenità necessaria verso il cittadino Berlusconi. Ormai le cose sono sotto gli occhi di tutti, e ognuno può giudicarle" afferma il portavoce del Pdl Daniele Capezzone.
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