Nicole Minetti, ex consigliere PdL della Regione Lombardia, ha rilasciato dichiarazioni spontanee al processo Ruby 2. Minetti fra le altre cose ha spiegato che pensava che la sua “relazione” con Silvio Berlusconi “fosse esclusiva”. "Ho amato Berlusconi di amore vero e non ho mai invitato nessuno alle sue feste", racconta Nicole, che al processo ‘Ruby bis’ e’ imputata insieme a Emilio Fede e Lele Mora. Per i tre imputati, nella precedente udienza, la pubblica accusa ha chiesto una condanna a sette anni di carcere per favoreggiamento e induzione alla prostituzione.
Abbronzata e in giacca nera, Minetti ha preso la parola seduta a fianco dei suoi legali. "Vorrei anzitutto dire che questa storia ha scatenato su di me, e solo su di me, una feroce campagna di diffamazione portata avanti da giornali, tv e web senza precedenti, fondata su cattiveria e malvagita’ sulla cui origine bisognerebbe indagare”. “Ritengo che l’accusa si fondi solo su un teorema privo delle indicazioni di concreti fatti di reato, fondato su un malcelato moralismo. Io non ho mai invitato nessuna delle parti offese a nessuna delle cene a casa del presidente, continuo a non capire cosa posso aver organizzato anche perche’ nulla ho organizzato”.
Nicole ha anche detto che ancora oggi sta “ricevendo delle minacce, ho paura”. Detto questo, la politica – ha spiegato ai giornalisti prima di entrare in aula – non le manca: “Sto una favola, sto benissimo, la politica non mi manca".
Dopo la fine del suo rapporto amoroso con il Cavaliere, il legame tra i l’ex consigliera e Berlusconi continuò ad “essere di straordinario affetto e grandissima amicizia”, come ha dichiarato la ragazza, aggiungendo che Silvio la corteggio’ “anche tramite la Polanco, attraverso la quale mi invito’ a una di queste famose cene”.
Nicole Minetti racconta di avere “conosciuto Ruby ad Arcore, credo il 14 febbraio 2010, come tutte le altre partecipanti a quella serata, e così come è accaduto a tutte le altre non ho mai avuto modo di dubitare che l’età di Ruby fosse quella da lei dichiarata". “Mi stupisce continuare a leggere di 122 contatti telefonici con lei, anzi lo escludo decisamente se gli stessi si riferiscono a fatti diversi da quelli poi accaduti il 27 maggio 2010".
Rispetto al giorno in cui Karima El Mahroug – in arte Ruby – venne portata in Questura e la Minetti si recò negli uffici di via Fatebenefratelli, l’ex igienista dentale ha dichiarato che "in quell’occasione, e solo perché richiesta, mi ero prestata a quella che, da parte del Presidente era la volontà di aiutare nella precisa identificazione della persona che in quella, solo in quella occasione, si era rivelata essere una minore". "Dopodiché in quei frangenti emerse anche la necessità dell’affidamento di Ruby, comunicatami dall’ispettrice Iafrate, ancora una volta come atto di generosità mi prestavo nell’immediato all’occorrenza, pensando di fare del bene; alla fine si trattava di un atto temporaneo e formale al fine di poter consentire alla Ruby di tornare a casa sua e non passare la notte nella camera di sicurezza in Questura, così come mi spiegava la stessa dottoressa Iafrate".
E la “gestione delle Olgettine”, ovvero delle ragazze tanto care all’uomo di Arcore, tanto da avere tutte ospitate in appartamenti di via Olgettina? “Un puro atto di cortesia”, ha affermato Nicole Minetti. E’ capitato che queste non avessero "una busta paga da offrire in garanzia del contratto. Ho avuto torto di essermi improvvidamente offerta a fare intestare il contratto a me coinvolgendo mio padre per la garanzia". Quanto alle cedole, le portava "talvolta personalmente al ragioniere Spinelli, col quale avevo buoni rapporti".
DON VERZE’ VOLEVA QUALCUNO IN REGIONE "Il presidente mi disse che don Verze’, l’allora rettore del San Raffaele, avrebbe avuto piacere di avere un esponente del suo istituto all’interno del consiglio regionale lombardo". "Un’occasione importante" la definisce Nicole in vista della preparazione delle liste per le elezioni regionali. Minetti, che nel processo Ruby 2 è imputata per induzione alla prostituzione, spiega di aver parlato all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi del "desiderio di cimentarmi i politica" e che "era chiaro, avendo noi due una relazione, che egli sarebbe stato felice di aiutarmi".
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