Processo “Ruby 2”, il pm Pietro Forno formula la richiesta di pena per Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora: 7 anni di galera per tutti e tre. Colpevoli, secondo i pm Forno e Sangermano, di prostituzione minorile e di induzione e favoreggiamento della prostituzione. Secondo le toghe, il quadro è chiaro: a presentare Ruby a Silvio Berlusconi sarebbe stato l’ex direttore del Tg4. Dal quel momento, la giovane marocchina sarebbe stata affidata a Mora. Nicole Minetti? Il suo ruolo, sempre secondo i pm, era quello di consegnare il compenso alle ragazze che partecipavano ai “festini” di Arcore. E ad Arcore la stessa Minetti si sarebbe prostituita e avrebbe venduto il suo corpo per prestazioni sessuali. Inoltre, secondo i giudici Fede, Minetti e Mora erano consapevoli della minore età di Ruby. Quello messo in piedi non era altro che “un sistema complesso in favore” dell’ex premier.
I pm parlano di “mercimonio sessuale" che si svolgeva ad Arcore. Mora e Fede erano "preposti ad individuare le giovani da portare alle cene" e agivano come "assaggiatori di vini pregiati" nei confronti delle ragazze. I due “assaggiavano” dunque le varie giovani donne per poi dare la propria approvazione e proporle a Berlusconi. Minetti, da parte sua, non solo si occupava del pagamento delle ragazze per conto del Cav, ma svolgeva un ruolo attivo all’interno dei “presunti festini, compiendo atti sessuali a pagamento". Secondo Sangermano Fede e Mora avrebbero "ottenuto un vantaggio economico in danno, e sottolineo in danno, di Silvio Berlusconi". La conoscenza dei "segreti di Arcore" aveva infatti una "valenza pressoria" nei confronti del cavaliere.
La requisitoria di Forno si conclude, a sorpresa, con una citazione di Veronica Lario, ex moglie di Silvio Berlusconi: "In tempi non sospetti, anche la signora non poteva tollerare il sistema delle vergini in pasto al drago".
BERLUSCONI, VOGLIONO COLPIRE ME Silvio Berlusconi non ci sta. La richiesta di condanna nei confronti di Minetti, Fede e Mora è un modo “per colpire me”, afferma. Il Cav, riferisce chi lo ha potuto sentire nelle ultime ore, a stento riesce a trattenere la rabbia. E si sfoga con i suoi interlocutori: il vero obiettivo sono io, sottolinea, vogliono farmi fuori con questa continua aggressione. E in una nota ufficiale Silvio torna a prendersela con le toghe rosse: “La fantasia dell’accusa appare davvero senza confini e si spinge ad una patologia giuridica che non puo’ che destare indignazione e preoccupazione. Sono certo che la forza della verita’ dimostrera’ la totale infondatezza di tali incredibili ed inaccettabili ricostruzioni”.
IL PDL FA QUADRATO INTORNO AL PROPRIO LEADER Intanto il Popolo della Libertà si stringe compatto intorno al Cavaliere. Renato Schifani, capogruppo PdL in Senato, con riferimento alla requisitoria dei pm di Milano, parla di “un pessimo romanzo di fantascienza” e di una “ricostruzione totalmente opposta alla verita’ emersa dal processo”. Per Renato Brunetta, presidente dei deputati PdL, i giudici di Milano odiano Berlusconi: “L’immagine di Berlusconi che viene fuori dalla mente di questi procuratori non attiene alla realta’ processuale ma ad una fantasia morbosa”. Brunetta, dopo avere espresso la propria solidarietà a Silvio, si dice “ammirato per la pazienza da statista con cui non scarica sul governo questi attentati politici contro la sua persona".
Per Fabrizio Cicchitto, esponente di punta del partito di via dell’Umiltà, “tutta la requisitoria del pm al processo Ruby-bis e’ fondata su un’operazione di spionaggio dal buco della serratura fondata sul principio ‘ad estremi mali, estremi rimedi’. Per fare questa operazione sono state fatte 150 mila intercettazioni – ricorda – e si e’ messo all’opera un apparato militar poliziesco non usato nemmeno per perseguire l’attacco della ‘ndrangheta alla città di Milano e provincia".
Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera, commenta: “Prima lo sconcerto, poi anche la paura, ma infine la rabbia. La requisitoria dei pm di Milano nel processo Ruby bis, infatti, distorce in maniera irreale la stessa realta’, quello che si legge lascia talmente stupefatti, le dissertazioni utilizzate sono talmente inverosimili e bizzarre che quasi si resta intimoriti da tanta audacia, salvo subito dopo provare un sentimento di indignazione che ci rende ancor piu’ determinati nel respingere questa aggressione giudiziaria”.
Si fa sentire anche Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera e coordinatore dei dipartimenti del Pdl, che parla di “un mix di fiction e veleni contro Silvio Berlusconi”. Secondo Capezzone ormai “tutti comprendono che c’e’ un uso politico della giustizia, e che e’ in azione un collaudato network mediatico – giudiziario ossessionato dal nemico politico Berlusconi. Ma 10 milioni di italiani non consentiranno altri assalti contro il leader che hanno scelto liberamente e democraticamente".
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