D’ora in poi stara’ ‘dietro le quinte’, senza piu’ quella ‘voglia di apparire’ che aveva un tempo, quando era circondato dal ‘jet-set’ televisivo. Fatto sta che oggi gli obiettivi delle telecamere e della macchine fotografiche erano di nuovo tutti per lui e per la prima partecipazione di Lele Mora a un’udienza del processo sul caso Ruby. Presenza che ha quasi oscurato anche quella di Nicole Minetti.
L’ormai ex talent scout, che ha ‘cambiato vita’ e che ora si occupa ‘del sociale’, ha reagito con un mix di indifferenza, saggezza e pacata rassegnazione, anche alle domande dei cronisti. ‘Berlusconi e’ innocente?’, gli hanno chiesto. ‘Credo proprio di si’, ma spettera’ alla magistratura stabilirlo’, ha risposto senza scomporsi. Camicia nera, blue jeans, crocifisso al collo e con 14 mesi di carcere alle spalle per il crac della sua Lm Management, Mora non ha nemmeno voluto spendere troppe parole per quel ‘gelo’ sceso tra lui e Nicole, quando entrambi si sono incontrati in mattinata, a sorpresa, nell’aula del processo che li vede imputati, assieme a Emilio Fede, per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile. ‘Si’ che ci siamo salutati – ha spiegato a chi credeva che non si fossero mai nemmeno guardati – non e’ una mia amica e una ragazza che conosco’. E resta il fatto che anche nelle pause di udienza i due si sono ignorati: ne’ un sorriso ne’ uno scambio di battute tra loro. Un paio d’anni fa, invece, secondo l’accusa, entrambi avrebbero portato le ragazze a Arcore per i presunti festini a luci rosse nella sala del ‘Bunga Bunga’. Espressione questa, conosciuta ormai anche all’estero, e che per Mora sta a significare solo ‘una barzelletta, nient’altro’.
Nella residenza dell’ex premier, ha chiarito davanti ai taccuini, ‘si mangiava, si stava bene e io non ho mai visto toccamenti o travestimenti’. Intanto, arrivano cattive notizie per la ‘famiglia Ruby’ dall’udienza di oggi: il padre della marocchina rischia seriamente di essere incriminato per falsa testimonianza e il suo fidanzato, Luca Risso, dovra’ versare 500 euro (come deciso dai giudici), perche’ non si e’ presentato per deporre, adducendo come scusante una banale tosse. A Mohammed El Mahroug il pm di Milano Antonio Sangermano ha contestato piu’ volte un’intercettazione del 30 settembre 2010. Quel giorno la madre di Ruby veniva sentita dagli investigatori e nel frattempo la ragazza, parlando al telefono col padre, gli chiedeva: ‘le hai detto di non dire niente riguardo a Silvio?’. E lui: ‘Si’ non dira’ niente, gliel’ho raccomandato’. E nella stessa telefonata parlavano di un ‘deposito di soldi’. Tuttavia, oggi in aula il papa’ di Karima ha ripetuto piu’ volte che lui non sapeva ‘niente di Silvio Berlusconi e il primo a dirmi del rapporto tra mia figlia e Berlusconi fu un giornalista’. Il primo articolo sul caso, pero’, e’ del 26 ottobre, parecchi giorni dopo quella e altre telefonate in cui Ruby parla anche con la madre di ‘Silvio’. A un certo punto e’ dovuto intervenire il presidente del collegio, Annamaria Gatto, per ammonire il teste: ‘Lei non sta dicendo la verita’, non ci prenda in giro, lei rischia l’incriminazione’. Anche la madre di Ruby avrebbe dovuto testimoniare, ma non si e’ presentata (non verra’ piu’ chiamata e saranno acquisiti i verbali resi in indagini), mentre per la prossima udienza del 12 ottobre per Luca Risso scattera’ l’accompagnamento coatto sul banco dei testi.
Discussione su questo articolo