Questi innumerevoli testimoni che si affannano a giurare davanti ai magistrati di avere subito ogni tipo di violenza dal Belfagor del secolo, tale Silvio Berlusconi, squallido corruttore di caste fanciulle e di onesti parlamentari, devono aver subito un elettrochoc durante la custodia cosiddetta cautelare, che forse serve a cautelare i giudici da possibili smentite alle loro magnifiche interpretazioni di telefonate private che loro, solo loro, considerano limpida sorgente di verita’ assolute.
L’ultimo in ordine di tempo (ma aspettiamo la retromarcia delle olgettine) si chiama Lele Mora, ex agente di starlette e fustacchioni venduti sul mercato come batterie di pentole, probabilmente dopo averne saggiato le doti (Corona ne sa qualcosa!), che, vestito il saio di penitente, si trasforma in vittima, a sentire lui, del degrado e dell’abuso di potere (?) del corruttore di cui sopra.
Le sue stupefacenti dichiarazioni riguardo le serate di Arcore – “dismisura, abuso di potere e degrado. Ho letto queste parole su un quotidiano a diffusione nazionale. Ed è vero, proprio così è stato” – che peraltro ricalcano parole tratte dagli articoli talebani apparsi tempo fa su Repubblica, fanno pensare che gli abbiano propinato in carcere massicce dosi di oppio allo stato puro per fargli dimenticare tutti i soldi e i favori ricevuti dallo stesso che infanga. E che dire di Fede, De Gregorio, Lavitola, Tarantini e compagnia bella? Tutti prima adulatori e poi traditori; tutti hanno sfruttato oltre i limiti della decenza la gallina dalle uova d’oro, salvo tirarle il collo e tenerla sulla graticola appena hanno avuto sentore che la festa era finita. Cosi’ va il mondo, la gratitudine e’ virtu’ antica e desueta e il peccato d’ingenuita’ si paga a caro prezzo.
La telenovela berlusconiana cui i media fanno da megafono serve alla sinistra per tenere in scacco senza troppi scrupoli chi alle politiche di febbraio e’ risorto a dispetto di tanti anni di tamtam denigratorio; ma serve anche al comune cittadino, soprattutto al più giovane e inesperto, perché possa trarne utile riflessione, imparando a riconoscere cattiveria e meschinità e a non rincorrere i falsi miti del denaro facile e del successo a tutti i costi. Lele Mora e De Gregorio, odiosi mercanti intesi alla moneta, anime vendute, fulgidi esempi di tutto quello che un uomo non deve essere mai.
Discussione su questo articolo