Emilio Fede, storico direttore del Tg4, ieri è stato condannato in appello a 4 anni e 7 mesi di reclusione nel processo Ruby Bis: “Sono mortificato per certa giustizia. Rispetto la giustizia – commenta a Radio Cusano Campus -, ma quando mi vedo condannato in questo modo mi viene da pensare che o c’è il fatto che quando si colpisce Berlusconi bisogna colpire anche me, altrimenti non è divertente, oppure che il tribunale che mi ha condannato a Milano non ha voluto dispiacere i colleghi”.
“Bisogna rispettare la giustizia ma anche averne timore. Darmi 4 anni e 7 mesi perché avrei convinto delle prostitute a prostituirsi è una cosa assurda. Io ad Arcore non ho mai portato nessuno. E poi si prostituivano? Accettavano di fare sesso? Parliamo di persone, con tutto il rispetto per la prostituzione, che è importante, che con il sesso avevano una certa dimestichezza”.
Emilio Fede è un fiume in piena: “Non mi fa rabbia la condanna, ora si tornerà di nuovo in cassazione. Questo Paese ha bisogno di una riforma dell’informazione e della giustizia. Io sono amico di tanti autorevoli magistrati ma come cacchio si fa ad essere condannato per induzione alla prostituzione per aver favorito la prostituzione di ragazze che fanno quello? Prendono per buono la testimonianza di una ragazza che dice che ad Arcore si pregava Satana! Non è una cosa seria”.
“Se dovessi essere condannato in terzo grado vorrei andare in galera, anche se non posso andare in prigione, pur volendo. Vorrei occuparmi di prigioni, di quelli che sono stati condannati senza aver fatto nulla. Voglio andare in carcere, stare con chi soffre chissà quale tipo di ingiustizia. Però credetemi e lo dico con piena onestà, io non ho fatto nulla. I signori della corte, comunque, non avranno questa gioia. In carcere a 87 anni non ci posso andare”.
In chiusura Fede ha rilanciato: “Se faccio in tempo ad organizzarmi in vista delle prossime elezioni, mi candiderò con un movimento, che fonderò e che chiamerò ‘uno di voi'”.