Alla fine la sentenza è arrivata. Più pesante di quanto ci si aspettasse, persino di quanto l’accusa aveva richiesto. Silvio Berlusconi, nell’ambito del processo Ruby, è stato condannato a sette anni, ritenuto colpevole dai giudici di Milano di concussione per costrizione e prostituzione minorile. Al Cavaliere inflitta anche l’interdizione dai pubblici uffici, a vita, oltre che l’interdizione legale per la durata della condanna (riguarda "la disponibilità e l’amministrazione dei beni").
Per l’uomo di Arcore, come sottolineato, una pena più alta di quella richiesta dal pubblico ministero Boccassini: sette anni, appunto, contro i sei richiesti dall’accusa.
La sentenza di condanna a Berlusconi è stata accolta con applausi e gioia da parte di un piccolo gruppo di manifestanti davanti al tribunale.
Ruby, la giovane marocchina attorno a cui ruota tutto il processo, secondo quanto si apprende sarebbe partita insieme al compagno Luca Risso per una vacanza in Messico.
Al Palazzo di Giustizia di Milano presenti giornalisti arrivati da ogni parte del mondo. Ci sono, per esempio, i corrispondenti di tv straniere, come Al Jazeera e Cnn, ma anche tv danesi, tedesche e giapponesi oltre a prestigiosi quotidiani inglesi come Guardian e Daily Mail.
LE REAZIONI DEL PDL Il Popolo della Libertà fa quadrato intorno al proprio leader. Secondo Renato Schifani, capogruppo azzurro a Palazzo Madama, quella che arriva da Milano è “una sentenza abnorme e surreale, con un colpevole e nessuna vittima”. Lucio Malan, senatore PdL, parla di “una condanna senza prove e senza reato contro il maggiore protagonista della politica italiana degli ultimi 20 anni”. Sullo stesso tenore l’ex ministro Rotondi, ora deputato Pdl: “È una sentenza politica che avrà una risposta politica: nessun agguato al governo, sostegno a Letta e Alfano nell’interesse dell’Italia, ma la risposta politica verrà e sarà fortissima”. Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl, commenta così: “La sentenza di pochi minuti fa e’ assurda”, da tempo “e’ in atto un ben preciso disegno politico, e poi mediatico-giudiziario, per tentare di estromettere dalla politica Silvio Berlusconi, ‘colpevole’ di rappresentare un baluardo insuperabile dalla sinistra italiana, attraverso le ordinarie vie democratiche e elettorali". Ma “nessuno puo’ togliere a Silvio Berlusconi il diritto di guidare il suo movimento politico”, sottolinea Capezzone, secondo il quale “questi attacchi ingiusti e scomposti” renderanno il Cavaliere “ancora più forte agli occhi dell’opinione pubblica”. Per Daniela Santanchè, vicinissima a Silvio, “è uno schifo, una vergogna. Oggi la giustizia non è di casa”, si tratta di una “sentenza politica”. Per Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl, “quello di oggi è altro duro colpo che la giustizia italiana infligge a se stessa e alla sua credibilità. Un processo sul nulla, senza una vittima, e’ stato utilizzato come strumento per spiare e delegittimare un leader politico”.
Angelino Alfano, vicepremier e segretario PdL, su Facebook rende noto: "Ho appena chiamato il Presidente Silvio Berlusconi per manifestargli la più profonda amarezza e l’immenso dolore di tutto il Popolo della Libertà, per una sentenza contraria al comune senso di Giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa. L’ho invitato, a nome del nostro movimento politico, a tenere duro e ad andare avanti a difesa dei valori, degli ideali e dei programmi che milioni di italiani hanno visto incarnati in lui".
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