La sua voce e’ diventata ancora piu’ sicura e distaccata. La protagonista principale della storia, che quando compare nella trama e’ una ragazzina straniera, accusata di furto da un’amica, portata in questura e senza documenti, ora e’ una donna adulta, madre di una bimba, e con l’aria di chi sa di avere tutta la vita davanti per dimenticare, farsi dimenticare e ricominciare.
”Sono felicissima, sono felice non solo per Silvio ma anche per me, non ci speravo”, dice a chi le chiede un commento sull’assoluzione dell’uomo che ha trascinato nello scandalo. E’ stata lontana dal Tribunale oggi, ma non e’ scappata in Messico, come ha garantito piu’ volte in tante interviste ‘esclusive’. Karima El Mahroug non e’ piu’ la Ruby Rubacuori che diceva, parlando di Noemi, l’altra giovane donna che stava per mettere nei guai Berlusconi, ‘Oh lei sara’ anche la pupilla di Silvio, ma io sono il culo..’.
Alta, formosa, occhi profondi e neri, lunghi capelli, Karima, nata in Marocco l’1 di Novembre del 1992, non era ancora maggiorenne quando la notte del 27 maggio del 2010 viene portata in questura e salvata dalla telefonata dell’allora premier Silvio Berlusconi. Ad Arcore, alle famose feste, era stata gia’ diverse volte nei mesi precedenti. La prima il giorno di San Valentino di quell’anno.
"Si’ me la ricordo – ha sempre ammesso il giornalista Emilio Fede, ospite quasi fisso di quelle serate – Una ragazzona secondo me troppo appariscente, eccessiva, dimostrava sicuramente 24 o 25 anni e non era assolutamente il genere di donna che io preferisco e credo neppure il presidente". "Era gia’ stata da me in ufficio e mi aveva detto di avere 24 anni – ricorda Lele Mora, ex manager di tanti vip – quella sera a cena c’ero anche io e inteneri’ tutti con la sua storia di bambina maltrattata in famiglia".
In realta’ per non avere ancora 18 anni, Ruby aveva gia’ molte cose da raccontare e altre ne avrebbe rivelate, inventate in una girandola di ammissioni,versioni, capovolte, che non poco hanno contribuito a complicare la vicenda giudiziaria. Ai giudici parlera’ di abusi subiti da un padre (in verita’ un venditore ambulante che vive in Sicilia con il resto della famiglia) o da uno zio, di fughe da casa, di violenze a cui la costringono uomini da cui sperava ricevere aiuto, di lavori precari a Milano, dalla cameriera alla danzatrice del ventre.
Ai pm che indagano su quello che accade ad Arcore in un primo momento descrive i presunti festini ‘a luci rosse’. Salvo poi bollare quelle affermazioni come ”bugie” quando viene ascoltata nel processo ‘Ruby 2′. Sull’aspetto fondamentale pero’ e’ sempre stata coerente. "Mai fatto sesso con il presidente", ha ripetuto. "Lo stimo come persona e per avermi aiutato senza alcun tornaconto", afferma. Intanto la figlia sta per compiere tre anni e nelle ultime interviste dice di voler tornare a guadagnarsi da vivere magari anche come cameriera. Un’altra metamorfosi in corso di questa giovane donna che nella sua requisitoria al processo di primo grado il pm Boccassini aveva descritto cosi’: ‘Una ragazza intelligente, di quella furbizia orientale, propria delle sue origini, riesce a sfruttare il proprio essere extracomunitaria".
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