Non e’ una vendetta per la morte di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito nel pre-partita della scorsa finale di Coppa Italia e morto dopo oltre 50 giorni di agonia, l’accoltellamento del tifoso della Roma avvenuto ieri pomeriggio a Napoli. A confermarlo e’ stato proprio la vittima, un giovane di 36 anni, rintracciato e ascoltato dalla Polizia di Stato a Roma dopo il suo arrivo in treno nella capitale.
In un primo momento si era sparsa la voce che il movente fosse proprio quello calcistico ma gli elementi finora raccolti dalla Digos della Questura di Napoli fanno invece pensare che l’episodio di ieri – per quello raccolto finora – non puo’ essere messo in relazione con la morte di Esposito. Ieri, a destare il sospetto che si fosse trattato di una vendetta degli ultra’, sono state alcune parole ("Questo e’ per Ciro", ndr) che, secondo la vittima, sarebbero state pronunciate dagli aggressori al momento del ferimento. Il giovane romano le avrebbe riferite a personale del 118 giunto in piazza Garibaldi per soccorrerlo.
Dichiarazioni che, pero’, non hanno trovato conferma nel corso delle indagini. Dubbi sono emersi anche sul luogo dove sarebbe avvenuto l’accoltellamento, sul quale si sta cercando di fare luce. Tra ieri e oggi, la Digos di Napoli, guidata dal dirigente Luigi Bonagura, ha accertato che il giovane tifoso della Roma era in compagnia di un’altra persona quando e’ avvenuto il fatto.
Anche questo suo amico e’ stato ascoltato dai poliziotti. Dopo l’accoltellamento, R.P., queste le iniziali del giovane romano, e’ stato portato nell’ospedale Loreto Mare della citta’ dove dopo circa due ore e’ stato medicato per lievi ferite all’ anca e alla gamba giudicate guaribili in 5 giorni. Poi, con i suoi piedi, e’ andato nella stazione ferroviaria ed ha preso un treno per tornare a Roma, senza presentare una denuncia alle forze dell’ordine. Li’ e’ stato rintracciato dalla Polizia di Stato che lo ha ascoltato raccogliendo la sua testimonianza e quella di persone a lui vicine. Informazioni che verranno trasferite alla Digos di Napoli che indaga sulla vicenda. Lo stesso e’ stato fatto anche all’ombra del Vesuvio, dove i poliziotti hanno sentito il personale del 118 che gli ha prestato i primi soccorsi.
Al momento non si esclude che il ferimento possa essere scaturito nel corso di un diverbio di natura personale o, addirittura, da cause accidentali. Dieci giorni fa, sempre a Napoli, in un vicolo del centro storico, venne accoltellato (al gluteo, con prognosi 10 giorni) un giovane di 25 anni, romano e romanista, che lavora come aiuto cuoco in un noto hotel di Napoli. Anche in quel caso si penso’ a una vendetta per la morte di Ciro Esposito. Alla polizia, il giovane aiuto cuoco di fede giallorossa, riferi’ l’epiteto del suo aggressore, "sporco romano", che fece il giro del web riaccendendo, fortunatamente solo su internet, le tensioni fra le opposte tifoserie. Vicenda su cui le indagini della Digos sono ancora in corso ma che, secondo gli elementi raccolti finora, potrebbe essere collegata a dissidi sorti nell’ambiente lavorativo. ‘Sporco romano’, dunque, sarebbe stato un insulto legato alla provenienza della vittima, e non alla sua fede calcistica.
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