Roma vintage. I favolosi anni ’70 e i miti di quel tempo, molti scomparsi giovanissimi, oppure protagonisti di una vita sempre un po’ sopra le righe, a volte dissoluta. Nel cinema furoreggiavano, fra i vari generi, i poliziotteschi e gli horror erotici. Fra i loro protagonisti c’erano Dominique Darel e Max Delys. Francesi, bellissimi, giovanissimi e accomunati da un triste destino, alternavano l’attività di attori frequentando nel tempo libero l’atelier di Mario Schifano, il padre italiano della pop art, insieme all’amica comune Eleonora Giorgi.
Il poliziottesco era un genere che andava molto in voga in quegli anni difficili e pieni di eccessi. Veniva così definito il cosiddetto poliziesco all’italiana, in voga fra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli ’80, che ebbe il culmine alla metà degli anni ’70. Normalmente si partiva da indagini della polizia su fatti di cronaca nera, sviluppati a volte con un eccesso di violenza, anche se non mancava un senso critico.
C’erano riferimenti ad avvenimenti di cronaca, di criminalità organizzata, traffico d’armi, prostituzione, spaccio e consumo di droga, sequestri. Fra i titoli: “La legge dei gangster” (1969) regia di Siro Marcellini; il violento “Liberi, armati e pericolosi” (1976) regia di Romolo Guerrieri; “Ritornano quelli della calibro 38” (1977) regia di Giuseppe Vari. Film tutti interpretati dal giovanissimo Max Delys (11/7/1951 -31/5/1993) all’apparenza un vero principe stellato, che ricopriva il ruolo a volte del teppista redento, a volte dell’investigatore.
L’horror erotico era un altro genere. E’ una parodia degli horror con qualche puntata nel soft erotico. Uno dei più conosciuti è “Blood for Dracula” (1974). Il titolo originale è: “Andy Warhol’s Blood for Dracula”. E’ il 2° film di Paul Morrissey con la collaborazione di Antonio Margheriti, girato nella nostra penisola, dopo “Il mostro è in tavola…barone Frankenstein” (1973). Il titolo italiano è assai curioso: “Dracula cerca sangue di vergine…e morì di sete”.
Le due opere vennero ideate da Andy Warhol, intenzionato a realizzare un horror erotico in 3D. Una delle protagoniste è Dominique Darel, sensuale e malinconica, notata da Luchino Visconti che le assegnò un cameo ne “La morte a Venezia” (1971). Max Delys e Dominique Darel, all’anagrafe Dominique Desmaray, erano amici d’infanzia, entrambi nati a Cannes, giunsero a Roma nel 1968 ed andarono a convivere a Trastevere. La coppia frequentava i locali notturni della capitale insieme a scenografi, costumisti ed altri personaggi dello spettacolo, oltre che la casa laboratorio di Mario Schifano.
La biondissima Dominique indossatrice ed attrice, era una delle sue pupille e l’aveva immortalata più volte in alcune sue foto d’autore. Max Delys, oltre a fare l’attore sfilava per Karl Legerfeld e Pierre Cardin. Nel 1971 aveva posato anche per Jack Mitchell. Attualmente queste foto sono quotate 475 euro, ma ce ne sono alcune, come quella che ritrae Max in compagnia di Diane von Furstenberg, sempre del 1971, che è stata battuta all’asta 4.000 dollari da Christie’s. La carriera di Max e Dominique stava decollando, quando un improvviso incidente stradale il 4 giugno del 1978 strappò la bionda Darel ai suoi sogni. Accomunato da una sorte poco benevola anche il fidanzato Max Delys, che ci lascerà il 31 maggio del 1993 dopo una lunga e dolorosa malattia.