Disappunto e rabbia esprimono i tutori dell’ordine, che oggi intendono scendere in piazza per protestare in prima persona contro i tagli del governo e chiedendo ai cittadini un contributo simbolico per riempire di carburante le taniche, così da permettere alle auto di funzionare. E’ la protesta più clamorosa degli ultimi tempi contro i tagli al comparto sicurezza.
In piazza scenderà la stragrande maggioranza delle sigle sindacali della polizia di Stato, dal Sap al Siulp alla Ugl e alla Consap, della polizia penitenziaria (Sappe, Uilpe Fns Cisl), del Corpo forestale dello Stato (Sapaf, Fesifo, Fns Uil, Ugl) e dei Vigili del fuoco (Fns Cis, Ugl, Uil Vvff e Conapo), “perché il Governo negli ultimi tre anni non ha tenuto fede ai vari impegni presi, riducendo sul lastrico i comparti Sicurezza e Soccorso pubblico. Appena tre giorni fa l’Esecutivo ha tagliato altri 60 milioni di euro, nell’ambito del disegno di legge stabilità, alle voci di bilancio destinate all’ordine pubblico e alle missioni”.
Agenti, guardie penitenziarie, vigili del fuoco e forestali porteranno in piazza dei bidoni di benzina per lanciare una provocazione: un fac simile di un’obbligazione ”per la sicurezza, la legalità e lo sviluppo di questo paese” da consegnare ai cittadini che effettueranno una donazione sul fondo assistenza del ministero dell’Interno, finalizzata all’acquisto di carburante.
Chi ha assistito agli scontri di sabato ha potuto constatare un malessere crescente tra le forze di polizia impegnate su più fronti, dalla tutela dell’ordine pubblico alla rivendicazione di maggiori risorse. Due facce della stessa medaglia che sono emerse con evidenza durante i disordini, con gli agenti in difficoltà soprattutto per l’esiguo numero di unità e mezzi a disposizione. Sicchè, oggi a Roma, chi si trovasse a passare dalle parti dei palazzi del potere, assisterà ad una scena surreale: poliziotti che chiedono un obolo per poter svolgere il loro dovere. Ed il malessere della polizia comincia a preoccupare anche gli ambienti istituzionali. Prova ne è la richiesta avanzata dai sottosegretari all’Interno e alla Difesa Alfredo Mantovano e Guido Crosetto di “rivedere i tagli alla sicurezza disposti in tutto il 2011”, mentre dal Ministero della Difesa – per bocca del ministro La Russa – fanno sapere di voler destinare al comparto difesa e sicurezza 400 milioni del miliardo e 600 di incassi extra proveniente dall’asta delle frequenze. Ma accade molto spesso che il governo, questo governo, sia sordo ad ogni richiesta. (CDS)
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