Cala il sipario. Si spengono le luci. La Roma, dopo le eliminazioni in Europa League e Coppa Italia, dice addio anche al sogno Champions League. I giallorossi archiviano con largo anticipo una stagione ormai fallimentare nel peggiore dei modi, lasciando pure il secondo derby stagionale alla Lazio. A 12 giornate dal termine del campionato sono 10 i punti che separano Totti e compagni dai cugini biancocelesti.
Un passivo pesante, tutto sulle spalle di Luis Enrique, ‘osannato’ dalla tifoseria laziale in Curva Nord in segno di scherno, e amareggiato come mai prima al triplice fischio finale dell’arbitro Bergonzi. ‘Non so cosa ho fatto per meritare questa merda’ la frase forte del tecnico asturiano, visibilmente contrariato per il secondo derby perso con l’uomo in meno, ma anche per una situazione ambientale sempre piu’ delicata. ‘Il mio futuro? Non voglio essere un allenatore che non piace a societa’ e tifosi, ma penso di meritarmi di arrivare a fine stagione solo per quello che e’ succeso finora’ spiega lo spangolo, quasi a rivendicare il diritto di continuare sulla panchina giallorossa, almeno fino al termine del campionato, per le tante difficolta’ incontrate da inizio stagione nella costruzione del nuovo progetto della Roma.
Progetto che, tra i suoi capisaldi, prevede quello di non giudicare l’operato del direttore di gara. ‘Non parlo mai degli arbitri, non mi interessa dare un giudizio – la premessa di Luis Enrique -, ma e’ chiaro che mi piacerebbe giocare un derby in 11 fino alla fine. Ne ho fatti due e non mi e’ ancora riuscito.
L’espulsione dopo pochi minuti ha condizionato tutta la partita’. L’allenatore ci tiene pero’ a sottolineare che non dara’ mai ‘tutta la colpa’ di una sconfitta all’arbitro: ‘Non piangero’ mai per una decisione arbitrale, e chi lo fa per me sbaglia’. Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore generale, Baldini. ‘Prendersela con gli arbitri darebbe un alibi ai giocatori. Meglio non parlarne’ le parole del dirigente, prima di confermare la fiducia nel tecnico: ‘Il piano quest’anno era impostare una squadra nuova, che avesse una sua identita’ e che potesse offrire qualche orizzonte. E questo grazie al nostro allenatore io lo vedo’.
Meglio quindi non volgere lo sguardo troppo oltre l’orizzonte, e concentrarsi solo sulla partita persa per 2-1 con la Lazio. ‘Abbiamo fatto degli errori infantili – ammette Luis Enrique -, ma in una partita di questa intensita’ puo’ capitare.
Certo, il risultato e’ uno schifo e per noi e’ un peccato grandissimo, ma non siamo una grande squadra. Sono molto deluso, pensavo che potevamo vincere. Ne avevamo bisogno’. Per credere ancora a un piazzamento nell’Europa che conta. ‘E’ vero, siamo molto lontanti adesso dal terzo posto, ma fino a quando non saremo aritmeticamente fuori dalla lotta dovremo provarci – la strada tracciata dallo spangolo -. Io faro’ di tutto per vincere le prossime 12 partite’. Poi si vedra’.
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