Ignazio Marino tira dritto per la sua strada. Dimissionario ma non troppo, a sette giorni dalla sua decadenza, resiste al governo della Capitale: porta avanti con regolarita’ l’attivita’ amministrativa, si impegna per risolvere i problemi della citta’ e annuncia provvedimenti di "svolta". In effetti non ha mai ritirato le dimissioni ma c’e’ chi scommette che lo fara’ entro questa settimana, forte della manifestazione dei suoi supporter ma anche del caos che regna nel Partito Democratico. Poi, potrebbe arrivare l’atteso giorno dei chiarimenti, o forse delle conclusioni, in Aula Giulio Cesare.
"Io sfido un leader del Pd a portare in piazza 2-3 mila persone da solo, senza il partito – rivendica Alessandra Cattoi, assessore capitolino e braccio destro di Marino -. Quindi credo che la manifestazione di ieri sia stata un successo. E’ stata un’espressione democratica di tante persone che hanno voluto dire quello che pensano, erano in tanti".
Il sindaco "sta ragionando, sta aspettando di aprire un confronto con il Pd e la sua maggioranza. Ieri una piazza ha posto un tema, nessuna decisione e’ ancora presa", trapela dal suo entourage. E la prospettiva di affrontare l’Aula e sfiduciare il sindaco del proprio partito crea piu’ di un malumore tra i consiglieri comunali dem. Il Pd capitolino, che si dichiara unito e compatto, ha in realta’ piu’ di una crepa.
Il primo cittadino, intanto, si occupa di questioni concrete. In mattinata, ad esempio, interviene sulla sopravvivenza del consorzio Metrebus: "Il mantenimento di un servizio di trasporti integrato per i cittadini romani, e per quanti raggiungono la citta’ per lavorare, e’ per il Campidoglio e per me un obiettivo da confermare – chiarisce – Il consorzio Metrebus deve percio’ continuare ad esistere, anche se vanno ripensati gli equilibri economico-gestionali. Il Campidoglio, attraverso Atac, l’azienda che gestisce e trasporta la stragrande maggioranza degli utenti, fara’ tutta la sua parte". In serata, dopo una giunta ‘super-operativa’, annuncia un importante provvedimento per le scuole, con cui "si sceglie di dare priorita’ al rafforzamento dei servizi per l’infanzia a Roma. Oltre duemila maestre ed educatrici potranno avere la certezza del lavoro e migliaia di famiglie sapranno, all’inizio dell’anno prossimo, che il servizio per i loro bambini e’ stato stabilizzato".
La grande incognita, dopo quella delle dimissioni, resta la convocazione dell’Aula. "In base alla legge – spiega il segretario d’Aula, il radicale Riccardo Magi – la presidente e’ tenuta a riunire l’Assemblea Capitolina, richiesta da 12 consiglieri dell’opposizione, sulla crisi politica in Campidoglio e le dimissioni del sindaco Ignazio Marino, entro l’11 di novembre". Dunque, oltre il 2 novembre, la data in cui Marino decadrebbe. Dopo il bagno di folla tra i suoi sostenitori, il sindaco appare tranquillo e sorridente nel limbo di Palazzo Senatorio. Un chirurgo di fama, nei momenti difficili e delicati, mostra il meglio di se’.
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