E sono 110. Il monumento al “Padre della Patria” come era originariamente chiamato, venne inaugurato il 4 giugno 1911 e rappresentò l’omaggio a Vittorio Emanuele II. L’occasione fu la celebrazione dei cinquant’anni dell’Unità d’Italia.
Quest’anno – si legge sull’edizione di Brescia del Corriere della Sera – ricorre il centenario della straordinaria cerimonia di sepoltura nell’Altare della Patria del milite ignoto e sempre 110 anni fa allo scultore bresciano Angelo Zanelli veniva assegnato formalmente l’incarico per la realizzazione della statua della Dea Roma a completamento del monumento romano.
Queste cose sono piuttosto note, a tal punto che si è parlato di questa “eccellenza bresciana” e di una possibile proposta legata al Vittoriano nell’ambito delle iniziative da programmare per “Brescia e Bergamo capitali della cultura nel 2023”.
Alcune proposte dovrebbero peraltro essere annunciate a breve dal Comune di Botticino, intenzionata a ricordare l’anniversario. Non tutti sanno forse che le vicende legate all’ideazione e alla costruzione di questo monumento furono seguite con molta attenzione anche negli Stati Uniti e in particolare nelle comunità di emigrati italiani che vedevano proprio nel Vittoriano un simbolo della loro “italianità”. I giornali americani seguono, con decine di articoli, i vari aspetti di questa impresa.