Roma misteriosa. La Sedia del Diavolo, fra arte, storia e leggende popolari. Passeggiando per la capitale possiamo trovare un cosiddetto ristoro per demoni che ha luogo nel quartiere Africano. In realtà è un rudere di un antico sepolcro, probabilmente risalente alla metà del II secolo d.C., che nell’antichità godeva di pessima fama e veniva temuto specialmente da donne e bambini. Il motivo era che nella notte vi trovavano rifugio malviventi e donne di malaffare, che per riscaldarsi accendevano un fuoco. E da qui fioccarono le leggende popolari, condite con particolari misteriosi e magici. Il popolo, vedendo ardere le fiamme del falò, vi immaginava che il diavolo vi fosse andato e vi si fosse seduto sopra.
Vi si immaginava che vi avessero luogo riti esoterici e che l’opera scultorea avesse capacità curative. In verità è il monumento sepolcrale di Elio Callistio, un liberto di Adriano, una architettura funebre della Roma antica. Sorgeva su di una piccola collina lungo via Nomentana antica, più precisamente nella piazza omonima, nelle vicinanze di viale Libia. Durante i secoli, le intemperie lo hanno corroso fino a fargli assumere le sembianze di un grande sedile, dotato addirittura di braccioli e schienale.
Fino alla fine degli anni ’50 era un rifugio per senza fissa dimora e di prostitute che vi accendevano il fuoco. La stessa piazza veniva soprannominata da alcuni cittadini del luogo come la piazza della Sedia del Diavolo. Nel periodo romantico, catturava molto la suggestione del popolo e veniva rappresentata in molte pitture e disegni. Nel 1958, su richiesta degli abitanti, la piazza intorno al monumento funebre cessò il nome ufficiale appunto di “piazza della Sedia del Diavolo”, che aveva assunto seguendo l’uso dello slang popolare romano, e venne denominata piazza Elio Callistio, come tuttora viene chiamata dai romani. Ancora oggi la sua fama lo fa essere meta di turisti e di romani incuriositi dalla sua storia leggendaria.