Ecco l’ennesimo incendio a Roma, lungo gli argini del Tevere all’altezza del Gazometro. Le fiamme, forse scaturite da uno dei tanti accampamenti abusivi che infestano l’area golenale, hanno divorato tutto intorno.
Pericolosissimo ciò che è successo, spiega Fabrizio Santori, consigliere in Regione Lazio per Fratelli d’Italia, “perché si è verificato a due passi da un luogo sensibile come l’area che contiene le centrali Acea-Italgas, col rischio di complicazioni ben maggiori di un rogo”.
L’attacco al sindaco di Roma, dunque, “perché a distanza di un circa un anno dalla promessa della Raggi di sorvegliare ed eliminare le baraccopoli lungo il fiume, nulla è cambiato se non un intervento spot nei giorni successivi alla tragica morte di uno studente americano”.
Secondo Santori “il Tevere è abbandonato a se stesso da tutti gli organi competenti, dalla Regione Lazio al comune di Roma, per non parlare del ministero dell’ambiente. Sulle piste ciclabili dalla Magliana a Porta Portese vive una città parallela popolata di rom e sbandati”.
Il fiume della capitale d’Italia “sta morendo”, conclude il consigliere Santori, sottolineando che è necessario prima possibile “un piano Marshall” che preveda “una seria bonifica e il pattugliamento costante delle forze dell’ordine per garantire sicurezza e vivibilità delle rive oltre ad un dragaggio profondo e costante per garantire la navigabilità del biondo fiume a partire dall’isola tiberina fino a Ostia”.
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