“Roma non è una città che si può governare semplicemente cercando di gestire la sequela di emergenze che si presentano giorno per giorno. Anche l’amministrazione più efficiente farebbe fatica e non mi pare che siamo nella condizione di avere il massimo dell’efficienza”. Parole del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che sempre su Roma continua: “Il Governo non sta alla finestra rispetto alla crisi e alle difficoltà attraversate dalla Capitale. Quale che siano gli intenti polemici, se ci sono, il Governo non ci si è mai prestato”.
“Noi siamo il Governo della Repubblica e nei confronti di una città come Roma abbiamo un atteggiamento di collaborazione”, aggiunge il premier, precisando tuttavia che “non sempre è facile che ci sia da entrambe le parti la voglia di collaborare, perché talvolta notiamo una certa sospettosa riluttanza ad accettare questo tipo di confronto. Ma noi ci siamo”.
Parole che non sono affatto piaciute a Virginia Raggi: “Ho chiesto più volte al premier che l’esecutivo si adoperasse finalmente per attuare la legge che nel 2010 ha istituito Roma Capitale. Il governo non ha mai risposto”, scrive in una nota il sindaco di Roma. E ancora: “Se Gentiloni è davvero in buona fede, come pare, si impegni sui decreti attuativi della legge per Roma Capitale. Per governare questa città servono i poteri che hanno tutte le altre grandi capitali d’Europa e non chiacchiere prima del voto”. In conclusione, Raggi si augura che possano essere “messe da parte polemiche giustificate soltanto dalla smania elettorale di qualcuno”.
A questo punto interviene , Fabio Bellini, vicesegretario regionale Pd Lazio: “Virginia Raggi continua a reclamare poteri per Roma attaccando in modo inopinato il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Peccato che non li abbia voluti quando ne ha discusso con la Regione Lazio, che glieli avrebbe potuti dare realmente. Il sospetto è che ora gridi perché sa che tanto, a fine legislatura, nessun potere potrà venire dal livello nazionale. Quindi è inutile che faccia ora la voce grossa. Uno, perché non fa paura a nessuno; due, perché, per quello che ha detto nel passato, non è credibile“.