Festa di San Giovanni. Immagini, colori, profumi, suoni, usanze, di una Roma sparita… Un’atmosfera magica ma anche tradizionale. Quest’anno, la manifestazione si terrà dal 22 fino al 26 giugno, in piazza San Giovanni in Laterano. Un appuntamento da non perdere, che offrirà eventi di ogni genere. Sul tavolo offerto ai visitatori ci sarà la gastronomia con lumache ed erbe giovinacee, ma anche musica, canti, poesia, concerti, teatro ed esibizione di cuochi. Si hanno tracce della prima festa a San Giovanni in Laterano nel lontano 1782, quando c’era l’usanza di festeggiare il solstizio d’estate, giornate in cui la Basilica diveniva il vero centro della città dove i romani si incontravano per rendere omaggio al santo. Una due giorni di eventi in cui trovavano posto canti, balli, venditori ambulanti di erbe e soprattutto grandi mangiate. Ben presto il piatto della festa sono diventate le lumache, facili da trovare dopo le grandi piogge che hanno così rafforzato il legame con l’acqua e con il battesimo che fa nascere una nuova vita. Oltre alle lumache una delle tradizioni più consolidate era quella di raccogliere erbe comuni, o erbe giovinacee, che nella notte del 24 dovevano caricarsi di virtù prodigiose. Fra queste c’erano anche le cosiddette erbe di San Giovanni e il posto d’onore era occupato dall’aglio e dalla cipolla, il cui potere contro streghe e malefici vari era noto a tutti. Nessuno, durante questa notte, usciva infatti di casa se non era munito di uno spicchio d’aglio, che veniva coltivato principalmente sul cosiddetto Monte Cipollario, un’altura che sorgeva tra la basilica di S. Giovanni e quella di S. Croce, spianata da Benedetto XIV nel XVIII secolo. Qui si teneva anche un corteo i cui partecipanti sfilavano adorni di festoni di agli e cipolle che potevano essere acquistati nel grande mercato delle erbe che si teneva nella zona il giorno della vigilia. Un altro degli elementi caratteristici della festa di S. Giovanni è certamente il festival della canzone popolare, la cui prima edizione si ebbe nel 1891, per iniziativa di Pietro Cristiano, libraio olandese che propose al proprietario dell’osteria "Facciafresca", appena fuori porta S. Giovanni, di ospitare la manifestazione. Una storia lunghissima che ora si cerca di ripetere rinverdendo i fasti del passato di una tradizione che vuol vedere Roma apparire di nuovo.
Discussione su questo articolo