nuovo la corazza, il mantello rosso, l’elmetto e imbracciata la spada di volgare metallo, di ferro e punto, rivestito con carta d’alluminio, si dichiarano disponibili perfino a pagare le tasse. Centurioni di ritorno, con tanta voglia di finire inquadrati, regolamentati, riconosciuti. Però ad una condizione: essere lasciati tranquilli di svolgere il loro lavoro. Una strana, singolare professione. Quella di figuranti, la parodia dell’antico centurione di Roma antica.
“Teniamo anche noi famiglia, dovemo magnà come ogni cristiano”. Rimessi in strada dalla scadenza del divieto firmato all’epoca dal commissario Francesco Paolo Tronca, i figuranti hanno nuovamente invaso le piazze di Roma. Al Colosseo, al Pantheon, alla Fontana di Trevi, a piazza Venezia, alla Colonna Traiana. Una trentina in tutto, distribuiti in ogni angolo di Roma invasa dai turisti. Duemila-duemilacinquecento euro a cranio il guadagno al mese in alta stagione, ovviamente esentasse; 1.000-1.500 in bassa stagione, ovvero in agosto e nel periodo novembre-aprile. “Lasciateci lavorare, dateci regole certe, ma non ci cacciate”, il grido al ritorno in campo con tanto di cresta posticcia sull’elmo.
Un business. Il business dei centurioni, che si dividono le aree più redditizie della città. Il Colosseo è il sito più ambito. Forti di una conoscenza spesso improbabile della lingua inglese, centurioni per necessità non per passione, si definiscono “padri di famiglia costretti ad andare a chiedere l’elemosina per strada, nei sette mesi dell’ordinanza del commissario Tronca”. Ritengono di svolgere un lavoro socialmente utile. “Abbiamo aiutato la polizia ad acciuffare un ladro; un’altra volta abbiamo bloccato un arabo col coltello”. E promettono di fare i bravi a tutto tondo. “Vogliamo dare una mano anche nel controllo dei turisti, garantire la loro sicurezza e l’incolumità”.
Il divieto firmato da Tronca è arrivato a termine il 30 giugno, poco dopo la fine del mandato commissariale. Purtroppo però con il ritorno dei centurioni al Colosseo è tornato il suk. C’è di tutto un po’, compresi i risciò e i velocipedi elettrici che sfrecciano incontrollati. Le ordinanze a riempire il vuoto normativo. Il sindaco Virginia Raggi assicura che procederà al rinnovo dei provvedimenti. Nella prima seduta della giunta comunale ha approvato due delibere per bloccare l’invasione dei figuranti. Le ordinanze saranno firmate oggi. Le stesse, uguali e precise, dell’era Tronca. Multe da 400 euro e il sequestro dell’attrezzatura. Elmo, parrucca, armatura, mantello, spada.
Disposti a tutto, a pagare le tasse, e a essere regolarizzati in un apposito albo, ripetono la proposta reiterata più volte da almeno dieci anni, naufragata sempre tra proteste e gesti clamorosi. Sostengono di guadagnare mediamente 40-50 euro, l’offerta del turista è libera. “Non siamo come i risciò che hanno un listino vero e proprio”. I figuranti centurioni respingono con forza l’idea di essere i rappresentanti del degrado di Roma. Dall’esterno, la loro figura viene giudicata espressione di scarso decoro. “Noi siamo un’attrazione”. L’ordinanza aveva messo al bando i risciò, tornati anch’essi in pompa magna. Come pure i camion-bar, a lungo emarginati sul lungotevere con le loro improbabili offerte di buon cibo.
Il tavolo sul decoro ideato dall’ex assessore della giunta Marino, Marta Leonori, portò alla cacciata di 22 ambulanti sui camion-bar dall’area archeologica. Spazzati via, esclusi quelli al Circo Massimo e alla Bocca della Verità. La dislocazione comunque non è definitiva. Terminerà il 10 gennaio 2017. Proprietari e gestori dei camion-bar già preparano la riscossa.
“Siamo pronti a trasformare i furgoni i stile ottocento o in apette vintage. Possiamo vendere a prezzi calmierati alcuni prodotti, ma ridateci le sette postazioni nella zona rossa”. Ne sapremo di più quando scadranno le concessioni degli oltre 12mila ambulanti romani, a luglio prossimo. Tutte le licenze dovranno essere messe al bando. Deciderà il punteggio di anzianità, con il rischio di assegnazione a raccomandati e rivolta frittate di professione. Un problema serio, grosso assai, altro che i figuranti centurioni tornati al Colosseo con la richiesta di essere regolarizzati e la promessa di pagare le tasse.
Chi vivrà vedrà, ma oggi c’è chi può prevedere come finirà. A tarallucci e vino, sempre che il sindaco grillino non prenda di petto la questione. La storia, sappiamo, è maestra di vita e fonte d’insegnamenti.
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