Secondo Roberto Menia, coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini prima di ogni altro aveva capito che il Popolo della Libertà era un modello ormai "marcito": "Ad una rappresentazione da avanspettacolo si e’ sostituita la sobrieta’ di Mario Monti. Tutto questo, pero’, non accade e non e’ accaduto per caso. Lo scossone all’albero marcito l’aveva dato un uomo, Gianfranco Fini. La sua non era una banale rottura personale, ma era invece la rottura con un modello, un mondo, un sistema marcito".
L’attualità, ora, risponde a tanti interrogativi del passato, sostiene il finiano: "La cronaca dell’oggi sbugiarda i patetici anatemi di chi ci appellava ‘traditori’, o raccontava di noi come di quelli che avevano lasciato la casa comune della destra per andare a sinistra…". Invece, "chi ha tradito chi? E chi ha tradito cosa? Quella destra era come un’etichetta scaduta. Bisognava pensare ad un’altra Italia e intraprendere un nuovo viaggio. L’abbiamo fatto e – assicura Menia – lo stiamo facendo".
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