Marco Rizzo, Segretario generale del Partito Comunista, è intervenuto su Radio Cusano Campus. La paura del comunismo. “Chi governa il mondo oggi? 26 persone hanno la ricchezza di metà del pianeta. Questi signori di chi hanno timore? Chi è che storicamente potrebbe togliergli questo potere? L’unica volta che nella storia il meccanismo economico-politico-militare è riuscito a togliere il potere, in quel caso agli zar, è il partito comunista. Quindi oggi questi potenti hanno paura del partito comunista. Un conto è la memoria, un conto è la storia che è quello che accade realmente. La storia del mondo è la storia della lotta tra le classi. Le classi oggi dominanti fanno una battaglia anche di carattere culturale, con i mezzi di comunicazione. Oggi conta più Zuckerberg di Obama. Il presidente cinese quando andò negli Usa andò a trovare prima Zuckerberg, il padrone di casa, e poi Obama, il cameriere”.
Sulle sardine. “C’è una piazza costruita bene, io non credo all’effetto spontaneo. Nel vecchio PC c’era un vecchio partigiano che ci diceva: non c’è nulla di più organizzato di un movimento spontaneo, ed è vero. La tv e il mainstream poi moltiplicano. Adesso ci sono centinaia di migliaia di persone perbene che scendono in piazza. Ma per cosa? Oggi il potere è così forte che deve gestire anche il dissenso. A Roma in piazza migliaia di persone applaudiranno le madamin pro-tav, Monti, Prodi, la Fornero. Io ho avuto un confronto in tv con Mattia Santori, che è andato di più in tv lui in 20 giorni che io in tutta la vita. E’ chiaro che le idee delle Sardine possono avere un grande successo, il problema è anche chi recepisce questo messaggio. Io non andrei mai in piazza con un simbolo che non so neanche cosa rappresenta. Oggi ci sono gli influencer, c’è una bella ragazza che fa vedere come si pettina e prende 6mila euro. Buon per lei, ma questo è un mestiere? Ci sono invece ragazzi che lavorano 12 ore al giorno per 1000 euro al mese, questi ragazzi dovrebbero essere incazzati, le sardine invece non si incazzano. Io distinguo tra i movimenti che vanno contro il sistema e quelli che non ci vanno”.