Una "rivoluzione copernicana", aveva promesso Matteo Renzi: e dopo gli effetti mediatici dell’annuncio, il Tesoro italiano ha cominciato a svelare il suo piano di battaglia a Bruxelles; e ad aggiustare il tiro.
Mentre sul piano interno l’annunciata soppressione della tassa sulla prima casa (TasiI) gia’ nel 2016 ha suscitato un serrato dibattito in seno alla stessa maggioranza di governo, con l’ala sinistra che accusa il capo del governo di voler "fare come Berlusconi" per contrastare la sua perdita di popolarita’ e di guadagnare voti e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che accusa la Tasi di frenare la ripresa del settore immobiliare, il vero esame sara’ con la Commissione europea.
Spiegando il piano di riduzione delle imposte per 45 miliardi di euro in cinque anni promesso da Renzi, Padoan non ha nascosto l’intenzione di negoziare un nuovo margine di manovra sulla riduzione del deficit pubblico dell’Italia; ma ha anche sottolineato che il calo delle tasse per essere "credibile" dovra’ essere "permanente" e finanziato in gran parte da riduzioni della spesa pubblica.
Tuttavia il piano rischia di scontrarsi con la vigilanza rafforzata di Bruxelles sui conti pubblici italiani. Il punto centrale quindi e’ come saranno calibrati i tagli alla spesa: il nuovo commissario alla "Spending Review" Yoram Gutgeld (ex-McKinsey) ha gia’ promesso per la prossima settimana un "menu" di oltre 10 miliardi di tagli per il 2016. Da parte sua, Renzi ha promesso di "fare rumore" a Bruxelles in autunno.
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