A Sesto fiorentino c’è stata una vera e propria rivolta della comunità cinese. Chiamandosi a raccolta velocemente tra loro, non hanno avuto paura d’affrontare a viso aperto le forze dell’ordine con slogan e cori inneggianti alla repubblica popolare cinese. Il “fattaccio” si è concluso con due arresti, ma dopo molta tensione, scontri, lanci di oggetti, sassi e segnali stradali divelti.
Tutto è iniziato con la presenza, probabilmente poco gradita, dell’Asl, che stava svolgendo dei controlli secondo un progetto di sicurezza della regione Toscana, che a quanto pare sarebbero stati osteggiati fin dall’inizio. La situazione esplosiva creatasi nella località di provincia in serata sembrava tornata alla normalità, ma sotto la cenere ardeva della brace ardente che alla prima scintilla è riesplosa.
In passato spesso è accaduto che i NAS o la stessa ASL abbiano riscontrato non gravi, ma gravissime irregolarità nelle attività cinesi, trovando addirittura bambini tenuti a dormire dentro negozi con un odore nauseabondo e condizioni igieniche terribili. Che si sia voluto tentare di osteggiare l’ennesima chiusura e conseguente grave sanzione?
In ogni caso la protesta era cominciata in serata con i primi tafferugli tra agenti e alcune decine di cinesi, ed ha poi assunto toni concitati con il passare delle ore. Infine dopo l’ultima carica sono rimasti contusi in modo lieve due poliziotti e un carabiniere.
La miccia esplosiva è stata l’accusa fatta da un cittadino cinese secondo cui i carabinieri avrebbero fatto cadere a terra il suo figlioletto di 10 mesi. Anche se ciò fosse vero, cosa ci faceva un bambino di neanche un anno in un capannone? Quanti altri minori erano in quel luogo e in quali condizioni?
Per le forze dell’ordine intervenute a sedare la guerriglia, il minore sarebbe stato usato come ariete, come uno scudo per evitare di rispondere alla richiesta di mostrare i documenti e addirittura l’uomo avrebbe morso l’agente di polizia. Da quel momento è scoppiata la rivolta con almeno trecento cinesi che hanno subito chiamato a raccolta altri connazionali, arrivando a circa mille persone inferocite. Nemmeno l’arrivo solerte del console cinese è riuscito a calmare l’arrogante protesta, che invece di placarsi si è addirittura riaccesa. Ne è venuta fuori una sassaiola di calcinacci, bottiglie, barattoli e scatolame di alimenti conservati, aperto e lanciato, e conseguenti altre cariche delle forze dell’ordine.
La calma è tornata solo alle due di notte.
La Regione Toscana sta dando un giro di vite, cercando di tutelare la sicurezza sul lavoro, cercando di ridurre al massimo l’immissione nell’ambiente di sostanze inquinanti e cercando di dare una “mazzata” all’evasione fiscale, per eliminare qualunque area d’illegalità, imbattendosi sicuramente nell’immigrazione clandestina. Forse anni fa la stessa regione avrebbe dovuto tutelare di più le vecchie e preziosissime fabbriche di filati pratesi, che oggi sono scomparse.
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