A dispetto della crisi, a Roma i ristoranti e i locali-bistrot aprono nel centro storico come in periferia, fino al litorale di Ostia, dove la guida Roma 2015 del Gambero Rosso ha delineato un tour gourmet in 15 tappe tra ristoranti, enoteche, gastronomie, pescherie, torrefazioni, e birroteca. Una guida che, oltre a fotografare il ”buono stato di salute del settore” come sottolinea Gianfranco Perrotta, storico curatore della pubblicazione che esce da 25 anni, ha evidenziato una imprenditoria che va.
Nel volume che presenta 1.537 indirizzi per mangiare bere comprare e dormire nella capitale e vicinanze, 230 le novita’ recensite. Massimo riconoscimento, le Tre Forchette, all’inossidabile Heinz Beck chef de La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri affiancato per la prima volta dal ristorante La Trota di Rivodutri (Rieti) dei fratelli Serva. Tra le trattorie, Sora Maria e Arcangelo di Olevano Romano divide il podio dei Tre Gamberi con Armando al Pantheon. Per la prima volta un ristorante etnico, il Dao Restaurant, ha il massimo riconoscimento nella categoria.
New entry la sezione ”pescherie e cucina”, una tendenza che ha Milano ha preso piede ed e’ tra le novita’ del mangiare fuori casa anche a Roma.
Per i cultori della cucina romanesca si segnalano poi gli indirizzi-cult per i fritti, il Cacio e Pepe, il baccala’, l’Amatriciana, le animelle, e la crostata. Un patrimonio di tipicita’ che muove arrivi turistici: il responsabile dell’Agenzia Regionale Turismo Giovanni Bastianelli ricorda che l’80% dei turisti guarda prima a dove si mangia e poi a cosa fare prima o dopo.
Tra le idee innovative premiato il catering e delivering di ”Food on the road”, insieme ai locali-gourmet Barattolo, Hopside e Spassofood.
”Grande turnover dunque – hanno sottolineato i curatori – soprattutto nello street food di qualita’. Vanno alla grande i locali polifunzionali, dalla colazione al dopo teatro, e il mangiare meno impegnativo”.”Roma, con i suoi dintorni, sta benissimo: – ha detto il curatore Perrotta -tutte le attivita’ legate al mangiare al bere reagiscono. Magari non ci sono piu’ il medico o l’architetto che aprono il localino, loro si’ che sono stati spazzati via con la crisi. Ma la professionalita’ resiste, e cresce innovandosi, a Roma piu’ che in altre parti d’Italia. Ovungue pero’ la qualita’ e’ cresciuta, 25 anni fa i buoni ristoranti erano pochini, ora la geografia e’ ben ricca e sono tanti i volti giovani dietro il bancone”.
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