Di recente una mia carissima amica si è recata a Zurigo per vacanza, e come succede spesso in vacanza la sera si cerca di trovare locali per passare poche ore in compagnia di amici e apprezzare la cucina locale. L’amica in questione non è una persona qualunque, lei è Antonella Rebuzzi, l’unica senatrice e imprenditrice di ristoranti italiani in Russia che ha presentato un disegno di legge per la valorizzazione dei ristoranti Italiani nel mondo, lo stesso disegno di legge che è stato al centro di polemiche qualche mese fa, poichè copiato di sana pianta da alcuni deputati. Rebuzzi oggi non è più tra i banchi del Senato ma è tra la gente come sempre ha fatto: mi ha mandato una email di recente e questo fa capire tanto. Ci vuole sinergia e soprattutto un gruppo di lavoro per la salvaguardia non solo dei ristoranti Italiani, ma di tutta la filiera dell’agro alimentare.
“I Ristoranti Molino" sono presenti in 19 citta’ svizzere, sono state esperienze negative: la prima stauffacherstrasse 31, sicuramente la peggiore. Il ristorante è in una strada con tram che vanno e vengono in continuazione, ma questo è il meno. Abbiamo ordinato la specialita’ della casa, tagliolini agli scampi che altro non erano che spesse grosse e pesanti tagliatelle sormontate da scampi leggerissimi ..in quanto completamente vuoti e secchi con qualche pezzetto di pomodoro che vagava qua’ e la’, dopo averli assaggiati li abbiamo rimandati al mittente e chiesto il conto: 2 porzioni di tagliatelle, un bicchiere di vino rosso della casa e mezza minerale, 99,90 franchi, alle nostre dimostranze, ci e’ stato consegnato un prontuario da compilare, cosa che abbiamo regolarmente fatto. PUNTO”
Potremmo continuare… Il fenomeno purtroppo del ristorante italiano, che di italiano ha solo il nome, non è unga cosa che riguarda solo la Svizzera, che sicuramente ha tanti ristoranti ottimi, il problema è mondiale, se non mettiamo al centro la questione della politica economica il Made in Italy e tutto ciò che ruota intorno ad esso, l’Italia non avrà mai il ruolo leader.
Il tempo delle sagre, dei convegni e delle grandi cene è finito, ora si deve far sul serio, in primis cercare di fare una buona legge, partendo dal disegno di legge presentato dalla senatrice Rebuzzi, poi si deve mettere mano ai dazi doganali, per ridurre il rischio di prodotti dalla Cina in particolare, fare accordi con le scuole alberghiere, istituendo degli stage esteri, e non solo a fine corso scolastico ma anche durante le vacanze natalizie e pasquali.
Si può e si deve, non è possibile infangare il buon nome della cucina italiana, se uno di noi va in un ristorante cinese o francese lì ci trovi il cuoco cinese e francese, se vai nei ristoranti italiani, specialmente all’estero, ma è una pratica che si sta verificando anche in Italia, trovi personale di altre nazionalità, per carità nulla in contrario, ma la cultura alimentare di un Indiano è diversa da quella di un italiano, sarà pur bravo a fare la pasta fresca ma non ha il palato di un italiano.
Per l’ennesima volta, e spero che sia anche l’ultima, dobbiamo fare squadra, invito tutti a organizzare un gruppo di lavoro serio con la partecipazione di tutti, dobbiamo riprenderci la nostra identità, partendo dal quel disegno di legge Rebuzzi, e insieme credo che se facciamo gioco di squadra si possa vincere, basta con questo arroccamento nelle vostre sedi, uscite fuori, la ristorazione italiana sta avendo un periodo di sofferenza mentale e culturale, le associazioni devono scendere in piazza, abbiate il coraggio delle idee e dell’impegno e non solo di fare qualche giornaletto e qualche sagra, che a mio avviso non serve a nulla quando poi tutto il comparto soffre.
Antonella Rebuzzi è una grande imprenditrice in Russia, ha portato il marchio italiano e lo ha fatto e lo continua a fare con professionalità e abnegazione, io credo che noi tutti dobbiamo partire da questo presupposti, ci sono tanti ristoratori italiani nel mondo che fanno il loro lavoro con serietà e professionalità: è per loro che noi dobbiamo fare di più, è grazie a loro se oggi il marchio Italia è riconosciuto nel mondo, e allora dobbiamo essere vicini e combattere con tutte le forze chi usa il nostro nome solo per fare soldi senza nemmeno saper cucinare uno spaghetto. Ci sono state tante iniziative volte a premiare i ristoratori italiani nel mondo, non servono: serve valorizzazione, promozione e soprattutto combattere a viso aperto in tutte le sedi istituzionali, italiane e europee, questo fenomeno, quello della contraffazione; se non capiamo che questo è la nostra risorsa economica più forte, allora rimarremo sempre dei poveri illusi.
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