In Italia e in Europa tra pochi giorni riprenderanno le attività scolastiche dopo le vacanze estive. Negli altri continenti, quelli dell’emisfero australe, l’insegnamento offerto dalle scuole pubbliche, paritarie e private e in itinere e volge alla chiusura dell’anno scolastico.
Il sistema scolastico italiano ha delle propaggini nel mondo, interessa un numero sostanzioso di studenti, tra questi sono 30.000 quelli che frequentano gli istituti riconosciuti dal nostro paese. Questo aspetto caratterizzante del soft power italiano riflette l’eccellenza culturale, un dono che le nostre comunità hanno saputo valorizzare negli anni ovunque si siano sedimentate, tanto da renderlo la punta di diamante della cultura italiana all’estero.
Intorno a questa risorsa col tempo si è costituita “la rete delle istituzioni scolastiche all’estero per la promozione della lingua e cultura italiana”, pensata anche per il mantenimento dell’identità culturale dei figli dei connazionali e dei cittadini di origine italiana coordinate dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale. Il sito della Farnesina ci ricorda che “… le scuole italiane sono spesso un punto di riferimento nei Paesi in cui operano, potendo produrre per l’Italia ritorni di lunga durata in tutti i settori: culturale, politico ed economico.
La rete delle scuole italiane all’estero (infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado) comprende:
• 8 istituti statali omnicomprensivi con sede ad Addis Abeba, Asmara, Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo;
• 423 scuole italiane paritarie, la maggior parte delle quali è costituita da istituti omnicomprensivi, presenti in tutte le aree geografiche nel mondo: Europa, Africa-subsahariana, Mediterraneo e Medio Oriente, Americhe, Asia e Oceania;
• 7 sezioni italiane presso scuole europee: 3 a Bruxelles ed 1 a Lussemburgo, Francoforte, Monaco di Baviera e Varese;
• 79 sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali, di cui 63 in Unione Europea, 13 in Paesi non UE, 1 nelle Americhe e 2 in Asia e Oceania;
• 2 scuole non paritarie con sedi a Smirne e Basilea.
La ripresa scolastica, ovunque nel mondo, oggi è materia di discussione per il diffondersi della variante Delta, che condiziona i programmi e le attività degli studenti, perché le scuole potrebbero diventare i principali luoghi di diffusione e contagio (trasmissione) del virus.
Intanto mentre la discussione sulla prevenzione, sulla didattica e sui rischi sanitari coinvolge l’intero mondo scolastico, le notizie provenienti dal mondo sono contradditorie e poco incoraggianti. Gli ospedali pediatrici in Florida, in Luisiana e nell’Arkansas sono colmi e i bambini sono costretti a mettere le mascherine a partire dall’età di due anni; in Israele a partire da 3 anni i bambini devono avere il green pass; in alcune aree dell’Australia è stato introdotto il lockdown e la rigidità del sistema sanitario porta a ridurre rapidamente la libertà di movimento; in alcuni paesi europei l’incidenza dei contagi da Covid-19 nei ragazzi fino a 9 anni raggiunge livelli altissimi e in Germania i responsabili del Ministero della salute giorni or sono hanno accostato la ripresa esponenziale dei contagi con il rientro delle famiglie dalle vacanze estive.
A fronte delle incertezze sanitarie che interessano tutti i paesi, sarebbe utile conoscere come si sta organizzando il mondo scolastico italiano all’estero, quali sono i programmi e le modalità d’insegnamento in presenza o a distanza nel nuovo anno scolastico, e i risultati degli studenti che hanno frequentato l’anno scolastico 2020/21, le variazioni e le incidenze manifestatesi in questi ultimi 18 mesi. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero avvierà una ricerca sulle risultanze di questo lungo periodo e verificherà le condizioni sulle quali poggia il sistema per l’offerta scolastica nel nuovo anno.
Ad eccezione delle scuole italiane omnicomprensive di Asmara e Adis Abeba, bloccate per ragioni che esulano dagli aspetti prettamente didattici e sanitari, non c’è ragione per dubitare sulla continuità dell’insegnamento perché nei mesi scorsi le scuole italiane all’estero non hanno chiuso i battenti e quelle che sono state costrette a promuovere l’insegnamento con la didattica a distanza non hanno fatto mancare il supporto necessario.
Diversa è la situazione dei Corsi di lingua e cultura italiana organizzati dagli Enti gestori/promotori nel mondo che, nonostante la nuova legislazione introdotta con la circolare 3/2020, continuano a manifestare diffuse difficoltà organizzative e programmatorie. La loro specifica offerta scolastica costituisce il nocciolo duro dell’intera diffusione della lingua e cultura italiane perché è rivolta a diverse centinaia di migliaia di studenti e, perciò, necessità di certezze, di garanzie e di un’attenzione maggiore, che da sempre si richiedono al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. A maggior ragione oggi che le condizioni di partenza sono difficili da gestire.
Michele Schiavone
Segretario Generale CGIE