Dopo un anno orribile, è destinato a ripartire il commercio a livello mondiale. Secondo uno studio realizzato dall’Ice in collaborazione con Prometeia e pubblicato da Avvenire, si stima che il commercio internazionale ripartirà del 7,6% in volume e la ripresa si consoliderà nel 2022 con un’ulteriore crescita del 5,3%, riportando le importazioni dei mercati analizzati sui livelli prima della crisi. Una buona notizia, anche se certi dati andranno confermati nei prossimi mesi e molto dipenderà dall’andamento della pandemia.
Comunque, i dati oggi indicano che il 2021 sarà l’anno del recupero per gli scambi commerciali e la sfida per l’Italia consisterà nell’intercettare il più possibile la domanda crescente di Made in Italy che arriva dai principali mercati.
Gli scambi commerciali internazionali hanno giocato un ruolo fondamentale nell’arginare la diffusione dell’epidemia. Il settore più collegato all’emergenza sanitaria, la chimica farmaceutica, ha, infatti, sperimentato un’espansione della domanda internazionale dell’8%.
Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, intervenendo alla presentazione del rapporto, sottolinea come ci sia una crescente domanda di Made in Italy da intercettare.
“La nostra base di partenza è forte di posizioni che abbiamo consolidato e acquisito nel corso degli ultimi anni, puntando sull’esclusività e la qualità dei prodotti. La sfida – prosegue Di Maio – è ora quella di associare a tutto ciò la crescente attenzione per la sostenibilità ambientale e l’innovazione. Per entrambe la pandemia rappresenta infatti un punto di non ritorno, ma l’Italia ha tutte potenzialità per farsi trovare pronta e colmare in breve tempo le sue lacune”. Ci auguriamo che sia così. C’è di buono che l’export italiano non ha sofferto moltissimo in questo ultimo anno, nonostante il Covid: il made in Italy, infatti, è sempre richiesto e apprezzato, ovunque nel mondo.