Emanuela Del Re, Viceministro degli Esteri ed esponente del Movimento 5 Stelle, rispondendo in Commissione Esteri a due interrogazioni sui rimpatri, ha messo sul tavolo numeri chiari: dall’11 marzo al 5 maggio oltre 75.000 connazionali hanno fatto rientro in patria, grazie a quasi 650 operazioni (tra voli e altri mezzi) organizzate o facilitate dalla Farnesina e dalla rete diplomatica in 111 Paesi del mondo.
Incessante, ha sottolineato Del Re, l’attività di Ambasciate e Consolati tesa ad ottenere dalle Autorità dei vari Paesi le necessarie autorizzazioni ad effettuare voli in deroga alla sospensione del traffico aereo.
Nella maggior parte dei casi, ha spiegato ancora, si tratta di una procedura di autorizzazione complessa, articolata, che richiede un coordinamento strettissimo e una pressione costante sulle autorità dei Paesi interessati.
Nei giorni scorsi dall’opposizione sono giunte critiche al governo, accusato di non aver saputo utilizzare il Meccanismo Europeo di Protezione Civile per il rimpatrio dei connazionali. Ma tale meccanismo, ha evidenziato il viceministro Del Re, “non consente un rientro gratuito per i connazionali all’estero, ma prevede una quota di rimborso dei costi sostenuti dallo Stato attivante, da un minimo dell’8 ad un massimo del 75 per cento, con quota restante a carico dei connazionali. Il Meccanismo può essere attivato in quei Paesi dai quali non vi sono altre soluzioni commerciali praticabili, neppure con una o più triangolazioni. Esso richiede inoltre che a bordo sia collocata una quota di passeggeri europei”.
“Anche il Meccanismo Europeo, inoltre, prevede l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità locali e, data la complessità dell’operazione dovuta a sua volta al necessario coinvolgimento di più nazionalità, non sempre va a buon fine in tempi rapidi.
Tenuto inoltre conto dell’obbligo di distanziamento a bordo, introdotto dal 28 marzo, la scelta di attivare prioritariamente voli europei avrebbe comportato la necessità di realizzare almeno il triplo delle operazioni di rimpatrio organizzare fino ad oggi, rallentandole”.
Dunque, “date le caratteristiche della nostra collettività all’estero, composta da migliaia di persone spesso concentrate in Paesi da cui erano o sono ancora possibili collegamenti commerciali, pur complessi e costosi, la Farnesina ha ritenuto il Meccanismo non pienamente rispondente alle esigenze di rimpatrio. Basti pensare alla Spagna, dove avevamo oltre 14.000 persone, oltre 5.000 solo alle Canarie”.
“L’Italia si è avvalsa del Meccanismo, non attivandolo in prima battuta ma beneficiando dei posti messi a disposizione in operazioni promosse da altri Stati Membri, per oltre 1.000 connazionali provenienti da parti del mondo da cui non erano più disponibili alternative commerciali e dove i numeri della collettività lo consentivano”.
Dopo avere elencato una serie di operazioni organizzate dalla Farnesina che hanno consentito a decine di migliaia di italiani di poter rientrare in Patria, l’esponente del governo italiano ha concluso: “Ho ritenuto opportuno rispondere anche in dettaglio per mostrare ancora una volta, come già fatto il 16 aprile dal Ministro Di Maio nell’audizione di fronte a questa stessa Commissione riunita con quella del Senato, l’incessante impegno di un’operazione di rimpatrio mai realizzata in queste dimensioni e nemmeno mai simulata. L’impegno della Farnesina e del Governo non cesserà fino a che l’ultimo connazionale che ne abbia diritto non sarà rimpatriato”.