Luigi Zanda, capogruppo Pd in Senato, intervistato dal Corriere della Sera, in merito al dibattito sulle possibili modifiche per l’Italicum approvato alla Camera con i voti del Pd e di FI, spiega: “Io credo che sia legittima l’aspettativa di chi vuole vedere aumentata la soglia del 37,5%, oltre la quale scatta il premio di maggioranza, oppure ridotta e unificata, al 4-5%, la soglia bassa di sbarramento. È altresì legittima l’aspirazione di chi vuole mantenere il ballottaggio, di chi chiede norme sulla protezione di generi diversi e che consentano a un elettore di scegliere il parlamentare". E precisa: "Il capitolo della legge elettorale si è aperto solo nelle interviste ai giornali. Il confronto deve ancora iniziare. Aspettiamo dunque che cominci".
Zanda interviene anche nella polemica sulle indennità sollevata dalle parole di Renzi contro i dissidenti del Pd: "Con questa riforma del bicameralismo, che è una buona riforma, impegniamo l’Italia per i prossimi decenni, per cui non dobbiamo meravigliarci se c’è un dibattito forte, se ci sono scontri d’opinione". "Evidentemente, sul punto, il presidente del Consiglio è stato male informato perché io, in 18 o 19 assemblee del gruppo, non ho mai ascoltato un solo senatore del Pd che mostrasse nostalgia per l’indennità". E aggiunge: "Il dibattito sulla Riforma del Senato ha avuto in molti momenti toni sbagliati. Io ho sentito parlare di regime, di svolta autoritaria e di altro, ma queste parole a uno come me, che crede fermamente nei principi repubblicani, fanno male. Fanno più male di un inciso sull’indennità".
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