Dopo le giornate burrascose che hanno caratterizzato la scorsa settimana, oggi i lavori in Senato, orfani dei senatori del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord fuori dall’emiciclo per protesta, sul disegno di legge di Riforma costituzionale sono andati lisci come l’olio. L’obiettivo di chiudere entro l’8 agosto con l’approvazione in prima lettura prima della pausa estiva potrebbe infatti essere centrato.
Approvati gli articoli 1 e 2, cuore della riforma con la fine del bicameralismo perfetto e la nascita del Senato dei 100, l’assemblea ha approvato in poche ore ben 7 articoli, con l’esclusione degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 8 che affrontano l’immunità dei nuovi senatori.
L’esame infatti si è aperto nel pomeriggio con la richiesta della relatrice Anna Finocchiaro di affrontare fino al capitolo 9 del ddl Boschi vista l’assenza per lutto del co-relatore: "Calderoli non può essere in Aula – argomenta la senatrice Dem -; poichè incontreremo il cuore del provvedimento sulle funzioni legislative del Senato chiederei all’Aula di poter finire le votazioni di oggi fino all’articolo 9 compreso per aspettare Calderoli".
L’approvazione delle proposte di modifica procedono quindi velocemente, con tutti gli emendamenti delle opposizioni bocciate. Modificati gli articoli 60 e dal 66 al 71 della Costituzione; rilevante lo stop all’indennità per i nuovi senatori. Il nuovo articolo 69 della Carta costituzionale infatti recita "i membri della Camera dei deputati ricevono una indennità stabilita dalla legge".
Vengono aboliti anche i senatori a vita. Dei 100 membri del nuovo Senato, 5 saranno nominati dal presidente della Repubblica fra personaggi di alto spessore e che si siano distinti in diversi campi; ma non saranno più senatori a vita, il loro incarico durerà 7 anni e non potrà essere rinnovato.
Si riprenderà quindi domani nella seduta pomeridiana con la questione immunità, già discussa oggi pomeriggio, ma che verrà votata martedìi alla presenza del co-relatore leghista. Referendum popolari, leggi di iniziativa popolare, immunità dei senatori e platea degli elettori del presidente della Repubblica sono infatti i nodi che rimangono da sciogliere e su cui il governo, nelle parole del premier Matteo Renzi, si è già detto disponibile al dialogo e al confronto.
Unico vero scoglio, su cui invece l’esame del ddl si potrebbe arenare ancora, è quello della modifica del Titolo V della Carta costituzionale, argomento caro alla Lega Nord e su cui il Carroccio potrebbe creare non pochi problemi.
SENATORI PD SODDISFATTI, “M5S SUL TETTO” “Il governo Renzi diminuisce sensibilmente i costi della politica, oggi con l’annullamento delle indennita’ per i componenti del nuovo Senato, ieri con l’abolizione delle Province e del finanziamento pubblico ai partiti. Dispiace che il M5s su questi temi si rifugi costantemente sul tetto". Lo affermano i senatori del Pd Laura Cantini e Mario Morgoni, componenti della Direzione Pd, in merito all’approvazione dell’articolo 9 della riforma costituzionale che non prevede indennita’ per i senatori.
RENZI RITWITTA, “COSE CAMBIANO DAVVERO” Il premier Matteo Renzi è soddisfatto da come sta procedendo la votazione sulle riforme costituzionali al Senato. Renzi ritwitta infatti un ‘cinguettio’ del responsabile della comunicazione del Pd, Francesco Nicodemo. "Non ci saranno più senatori a vita – scrive il democratico – Abolite le indennità. Le cose stanno davvero cambiando, è #lavoltabuona. Direi quasi #noncipossocredere".
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