Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, in una intervista all’Unità, parla del dialogo sulle riforme: "Dobbiamo contare prima di tutto sulle nostre forze, sul Pd e i suoi alleati di governo e ragionare con chi dall’inizio ha detto sì al percorso delle riforme, cioè Forza Italia. Come facciamo a fidarci? Diciamo che un partito che per dodici mesi ha tenuto milioni di voti nel congelatore decida di aprire una finestra non può che essere un fatto positivo. Ma noi guarderemo con grande attenzione le carte perché è chiaro, almeno dal mio punto di vista, che di Grillo e dei suoi modi non c’è da fidarsi".
"Abbiamo tutti riconfermato la nostra volontà di andare fino in fondo, cercando di mettere a punto alcuni passaggi sui quali era ancora aperta la discussione. E’ chiaro che il Parlamento è sovrano e quindi il testo dovrà passare al vaglio delle Camere, ma è altrettanto chiaro che noi come Pd ci arriveremo con una posizione forte e determinata: stavolta il percorso arriverà sicuramente alla meta", "sta a noi rappresentare questa enorme sfida di sistema che ci è stata lanciata. Alla Camera abbiamo oltre il 40% di rappresentanza, assolutamente in sintonia con il dato elettorale uscito dalle elezioni europee, c’è un allineamento tra rappresentanza parlamentare e rappresentanza politica. Quindi, basta con i dibattiti astratti e i segnali interni tra partiti".
Speranza, precisando che "il presidenzialismo non è all’ordine del giorno", parla della legge elettorale: "Noi abbiamo un modello, l’Italicum approvato dalla Camera che Io ha già migliorato in maniera sensibile e mi auguro che al Senato si faccia un ulteriore salto in avanti. La pretesa dei 5stelle di iniziare a discutere di un loro testo quando un ramo del Parlamento ha già approvato la riforma mi sembra davvero singolare e fuori luogo", "noi per il momento siamo concentrati a portare a termine la riforma del Senato, dopodiché sono convinto che in Parlamento ci siano ancora margini significativi di miglioramento dell’Italicum, dalla rappresentanza di genere, alle quote di sbarramento fino al rapporto eletti-elettori".
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