Sfuma la possibilita’ di approvare in prima lettura la riforma costituzionale al Senato come era stato deciso dai capigruppo la scorsa settimana. Si tratta di un rinvio che sconfessa, di fatto, l’invito rivolto dal premer Monti ai partiti di maggioranza di ‘intensificare l’azione riformatrice, soprattutto per stringere i tempi’. ‘Tutto quello che e’ possibile portare a rapida conclusione tra Camera e Senato giovera’ al nostro paese’ aveva detto Monti nell’ Aula della Camera prima di volare a Berlino.
Giovedì non ci sara’ il voto finale sul testo che rimodella l’assetto delle istituzioni in base all’ accordo faticosamente raggiunto fra i partiti della maggioranza nei mesi scorsi. Tutto si e’ complicato quando il Pdl, a fine maggio, ha calato l’asso del semipresidenzialismo alla francese, mandando di fatto in soffitta il vecchio accordo ‘ABC’ su cui aveva lavorato la Commissione Affari Costituzionali e che aveva come principali tasselli il taglio del numero dei parlamentari, la modifica del bicameralismo perfetto, piu’ poteri al premier e la sfiducia costruttiva.
La mossa di Berlusconi e Alfano ha portato a un immediato irrigidimento dei rapporti nella maggioranza e a un vero e proprio braccio di ferro tra Pdl e Pd, partiti rivali che sostengono Monti. E’ questo scontro tra i due partiti maggiori che ha provocato il prolungamento della discussione generale in aula, che dura da martedi’ pomeriggio senza che si sia riusciti a votare alcunche’.
Il Pd, con Anna Finocchiaro, ha proposto ieri al Pdl di ritirare i suoi emendamenti e di collaborare ad una legge costituzionale che preveda un referendum di indirizzo sul semipresidenzialismo, per far decidere gli elettori. A caldo, la risposta del Pdl e’ stata una bocciatura e un invito a contarsi sull’emendamento che introduce il semipresidenzialismo.
La ‘settimana costituente’ del Senato finisce dunque con un nulla di fatto. Giovedì mattina una riunione dei capigruppo programmera’ i lavori d’aula sulla riforma costituzionale per la prossima settimana. La battaglia tra Pd e Pdl e’ solo rinviata e le sorprese non mancheranno, visto che sul contestato emendamento del Pdl si potrebbe coagulare la vecchia maggioranza di centrodestra con l’aggiunta di alcuni esponenti finiani favorevoli al semipresidenzialismo. Ma, a quel punto, salterebbe l’idea di una riforma bipartisan e si tornerebbe alle modifiche della Costituzione a colpi di maggioranza.
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