Mario Mauro, senatore dei Popolari per l’Italia e tra gli esponenti del fronte bipartisan dei frondisti al ddl Boschi, in una intervista a Il Tempo spiega: “Al governo interessa una modifica del Senato fatta in modo tale che sposandosi col contenuto dell’Italicum provochi una deriva di tipo putiniano dei nostri valori costituzionali. L’obiettivo è mettere chi governa nelle condizioni di non essere contraddetto".
Secondo l’ex ministro "ciò avviene attraverso tre fattori frutto del patto del Nazareno. Il primo: l’elezione del Presidente della Repubblica e dei giudici della Corte costituzionale finisce per essere appannaggio in toto della maggioranza, anzi del presidente del Consiglio. Gli altri giudici li elegge il Capo dello Stato eletto a sua volta da una dittatura della maggioranza. Un quadro inquietante. Secondo aspetto: con meccanismi che normalmente vanno nei regolamenti parlamentari ma che sono stati inseriti in Costituzione si impedisce che possano essere emendati decreti del governo, in palese contrasto con l’articolo 76. Da vent’anni arrivano in aula so lo decreti legge o proposte del governo. Unico caso nella storia repubblicana e di qualunque altro Paese democratico del mondo".
Terzo elemento: "Nell’operazione di esproprio del Senato di alcune attribuzioni, Palazzo Madama perde il profilo di garanzia. Mancano i contrappesi: la Camera è padrona assoluta dello scenario legislativo, eventuali errori non si possono correggere. Non possiamo permetterci errori su leggi che toccano bioetica, libertà religiosa. Un Senato di garanzia sarebbe un contrappeso per rendere meno fragile la democrazia. Quella di Renzi è un’operazione di potere che garantirsi una pervasività che sia capace di compiere sul piano istituzionale quel che Renzi ha già fatto politicamente saldando il ruolo di premier con quello di segretario".
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