Luigi Di Maio non cede, chiede alle forze politiche di approvare in via definitiva la riforma sul taglio dei parlamentari, per poi procedere con la mozione di sfiducia a Conte della Lega. Si tratta ovviamente di una provocazione: i capponi, diceva qualcuno, non votano a favore dell’anticipo del Natale.
C’è anche un altro aspetto. Se dovesse passare la riforma, le elezioni non arriverebbero più tanto presto. Salvini, invece, muore dalla voglia di incassare subito i consensi accumulati durante la sua perenne campagna elettorale.
Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni, è per il voto. Ovviamente. Il suo partito è cresciuto, ha ottenuto un buon risultato alle Europee. Anche Giorgia vuole incassare. E magari governare, con Salvini.
Chiedono elezioni subito anche Pd e Fi, stando almeno alle dichiarazioni ufficiali. Perché la realtà è che i due partiti sono a pezzi e presentarsi ora di fronte agli elettori vorrebbe dire prendere l’ennesima batosta.
Luigi Di Maio dice di non avere alcun problema “ad andare al voto. Anzi, dopo quel che e’ successo ci corriamo alle urne”. Ma prima “tagliamo 345 poltrone e risparmiamo mezzo miliardo di euro. Sono 300 mila euro al giorno in meno”, prosegue. E rivolgendosi a Salvini: “Vinci la paura, supera le pressioni di Berlusconi e dei tuoi alleati. Fai un atto di coraggio, se il coraggio di cambiare ce l’hai veramente. E poi decideranno gli italiani con il loro voto”.
Intanto i deputati M5S starebbero raccogliendo le firme per convocare l’Aula in modo da votare il via libera finale della riforma costituzionale che riduce gli attuali 945 parlamentari a 600 (200 senatori e 400 deputati). Il ministro Riccardo Fraccaro spiega di augurarsi che l’iniziativa non sia necessaria: “Spero che non sia necessario raccogliere le firme per convocare la Camera” per la votazione definitiva sul taglio dei parlamentari. Mi auguro che non sia necessario ricorrere a quanto previsto dall’articolo 62 della Costituzione perche’ stiamo chiedendo ai gruppi parlamentari di farlo. Il no sarebbe incomprensibile. Si deve convocare il Parlamento per la sfiducia, si puo’ convocare anche per portare a termine la riforma”. Ma quali parlamentari avranno fretta di tornare in Aula se dovranno votare la propria estinzione?