Il governo ha smentito il blocco dei contratti pubblici e il prelievo sulle pensioni "ma se Matteo Renzi non cambia marcia sull’agenda economica delle riforme, alla fine non potrà fare altro". Linda Lanzillotta, senatrice di Scelta civica e vicepresidente del Senato, in una intervista ad Avvenire rilancia la sfida al premier sul "resto" del programma di governo dopo aver vissuto in prima persona l’ok iniziale alla riforma costituzionale: "Diciamola tutta: aver sconfitto la pattuglia dei senatori non era poi un’impresa titanica. Adesso dovrà confrontarsi con le lobby dei sindacati, dei burocrati, dei magistrati, dei lavoratori della Pubblica amministrazione. Il difficile viene adesso".
"La sfida per lui ora è dimostrare che non è solo il Rottamatore, ma anche il costruttore del nuovo. Per ridar linfa a questo Paese dominato da una percezione d’immobilismo. Oggi si discute molto di manovra. Ma Renzi non deve ripetere gli errori del recente passato, cioè fare contabilità e non riforme". E sulla spending review avverte: "Se non si vuol riproporre una serie di tagli semi-lineari, la revisione della spesa deve andare di pari passo con la riorganizzazione della Pa e l’innovazione digitale", "per funzionare la spending non può essere delegata a un commissario: va sviluppata da ogni singolo ministro, ciascuno con una metodologia e un piano d’azione di cui dare conto".
Conclude: "Dico che Renzi deve ora costruire il nuovo, anche sfidando quelle sacche di resistenza che ha nel Pd". E dell’azione di Renzi in Europa dice: "E’ giusto l’approccio: è ora che l’Europa si faccia carico del tema crescita. Ma pure qui serve un cambio di passo: i 300 miliardi promessi da Juncker in 5 anni e per 28 Stati non avranno un enorme impatto. Il punto, però, è che a Bruxelles si può strappare un po’ di flessibilità. Ma se non convinciamo i mercati finanziari a suon di riforme, con il debito che abbiamo rischiamo ‘scoppole’ a ogni bilancio, se risalgono un po’ gli interessi".
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