“In questi giorni sono stata impegnata per iniziative istituzionali da tempo programmate nella mia ripartizione elettorale, ma per chiarezza e lealtà voglio dichiarare che se fossi stata in aula all’atto della votazione sulla riforma costituzionale di riduzione dei parlamentari non l’avrei approvata. Per le motivazioni che ho illustrato nel mio intervento in assemblea in occasione del precedente passaggio della riforma. Quelle motivazioni, per quanto riguarda la circoscrizione Estero, non sono superate, nonostante che il PD, il mio partito, abbia ottenuto le garanzie sul piano della rappresentatività che ha da sempre richieste, ma che purtroppo non incidono sulla nostra situazione”. Lo dichiara in una nota l’On. Francesca La Marca, Pd, eletta nella ripartizione estera Nord e Centro America e residente in Canada.
“I cittadini italiani all’estero sono cittadini come tutti gli altri e non è possibile accettare che con questa legge la forbice elettori/eletti si allarghi a loro danno in modo insostenibile. Dopo questa riforma, come abbiamo tante volte detto, per eleggere un deputato in Italia ci vorranno poco più di 150.000 cittadini elettori, mentre per eleggerlo all’estero ce ne vorranno 688.000. Per eleggere un senatore in Italia ci vorranno 302.000 elettori, all’estero ce ne vorranno 1.375.000.
Come rappresentante degli italiani in Nord e Centro America, poi, ho un motivo in più per non accettare il provvedimento perché con questo atto si cancella uno dei due deputati e il contatto con gli elettori, già oggi difficile e oneroso, diventerà praticamente ancora più discontinuo ed evanescente.
La democrazia è partecipazione e dialogo, ma solo se si salvaguardano le condizioni reali che li rendano possibili.
Non si è ancora compreso che non a noi eletti, ma all’Italia conviene tenere aperti canali di contatto e rapporti di rappresentanza con i milioni di suoi cittadini all’estero, che da anni stanno crescendo in modo progressivo e costante. Farli sentire partecipi della vita sociale, civile e istituzionale del Paese, anche se sono cittadini bene integrati anche di altri Paesi, è un vantaggio per tutti, una grande leva di proiezione nel mondo”.
“Gli automatismi di questa riforma – conclude La Marca – nell’immediato recidono alcuni fili con gli italiani all’estero, in prospettiva penalizzeranno l’Italia. Per questo, il danno che si è compiuto è purtroppo reale”.