"Il patto che proponiamo a Renzi sulla legge elettorale è semplice. Lui vuole che ci sia subito un governo che governi e noi glielo concediamo accettando la legge in funzione per i sindaci: primo turno proporzionale e ballottaggio tra i primi due classificati. In cambio chiediamo l’introduzione delle preferenze e l’esclusione dal Parlamento dei condannati con sentenza definitiva, tranne che per reati di opinione". Lo afferma Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera per il Movimento 5 stelle, in una intervista a Panorama.
Sui rapporti con Grillo e Casaleggio assicura: "Il percorso su riforme e legge elettorale è partito insieme con loro e sarà concluso insieme". E sull’incontro di lunedì scorso commenta: "Un certo nervosismo è comprensibile. Ma è dipeso in larga parte dalla lentezza di Renzi. E’ chiaro che se tra un ‘tavolo’ e l’altro passano 25 giorni, qualcuno si arrabbia" ma "la lettera che il 28 luglio Renzi ha scritto a tutti i parlamentari è un segnale positivo".
Di Maio nega le accuse di ostruzionismo: "Noi abbiamo presentato 200 emendamenti e sono stati respinti tutti in commissione. Possibile che non ce ne fosse uno buono? Renzi deve guardare piuttosto in casa e a chi, come Sel, è in giunta con il Pd in tutta Italia e ha presentato migliaia di emendamenti. A questo punto il problema non è se il Senato è o no elettivo, ma quello che deve o non deve fare".
"Modificare la Costituzione richiede passaggi delicati, stabiliti da quei padri costituenti che la sinistra invocava ripetutamente quando era Berlusconi a voler cambiare la Carta. Stiamo anche attenti a un altro passaggio: se le riforme costituzionali passano a maggioranza, c’è il rischio che vengano bocciate dal referendum confermativo che non prevede il quorum. E allora si dovrebbe ricominciare tutto daccapo".
Discussione su questo articolo