Francesco Paolo Sisto, avvocato e deputato di Forza Italia, è intervenuto su Radio Cusano Campus. Il deputato forzista ha commentato la riforma della giustizia sulla quale sta lavorando il Governo Conte.
Accordo salvo intese. “Cioè un accordo salvo accordo. È un insulto alla logica. L’esternazione plastica di quello che è questo Governo, una contraddizione totale. Mi sarei aspettato un accordo salvo “non intese”. Il provvedimento è scritto in modo atecnico e con un linguaggio politichese. Intanto c’è un problema di metodo. Si ripetono le arroganze del Governo Renzi con una delega al Governo così ampia che si esclude il Parlamento dalla partecipazione ai percorsi legislativi. Si sta cancellando il Parlamento e farlo poi sulla riforma dei processi è paradossale. Con la delega al governo il parlamento ha un ruolo inconsistente. Questa roba passa dalle commissioni con parere non vincolante e poi arriva in aula per un semplice voto favorevole o sfavorevole.
Criticità. “Sostanzialmente il vero problema è che non c’è una riforma strutturale della logistica giudiziaria. Abbiamo bisogno di più magistrati, strutture e personale. Insomma più investimenti. Non basta la riforma endoprocedimentale. Noi abbiamo soprattutto una crisi logistica”.
Prescrizione e durata massima dei processi a 6 anni. “La Costituzione dice che il processo deve avere una durata ragionevole. Cosa si vorrebbe fare con questa sciagurata ed incostituzionale riforma? Si vuole sostituire la prescrizione con un processo compresso in sei anni. L’unica sanzione è la responsabilità disciplinare del magistrato. Al cittadino che sta per anni sotto processo cosa importa del magistrato che va sotto procedimento? Si ignora cosa vuol dire stare sotto processo penale per anni per poi magari essere assolti. La vera punizione per il cittadino non è la sentenza ma il processo. Spesso dice che gli avvocati fanno melina per far passare il tempo. È notorio che quando un avvocato chiede un rinvio il termine prescrizionale è sospeso. I processi si prescrivono per i ritardi nelle indagini ed è un dato del ministero che incide sull’80% dei processi. Bisogna intervenire sui termini delle indagini”.
Se la prescrizione venisse abolita cosa potrebbe accadere ad un cittadino italiano tenendo conto del termine fissato a 6 anni per i processi? “Un processo potrebbe durare anche 20 anni. L’unica conseguenza è la responsabilità del giudice, ma chi se ne frega! Tra l’altro potrebbe anche non succedergli nulla. Io tengo ai diritti dei cittadini più che alla punizione del giudice. La norma sulla prescrizione che vuole questo governo è dolosamente incostituzionale. È questo il vero populismo giustizialista. Si somma la voglia di sangue con la prospettiva del consenso e questo non è da Paese democratico”.
Avete rimpianti per non aver riformato la giustizia col Governo Berlusconi? “I rimpianti ci sono ma bisogna vivere di battaglie attuali. Nel 2008 abbiamo avuto la possibilità. Il Governo Berlusconi non ha avuto vita facile perché ci furono i veti di Fini o della stessa Bongiorno. Quando ci fu la riforma sulle intercettazioni si parlò di bavaglio. La parola Berlusconi ha spesso scatenato di tutto e di più. Questo Governo pur di mantenere il sederino incolato alla poltrona si scambia favori molto spesso incostituzionali. I 5 Stelle, con l’appoggio della Lega, vogliono smontare la Costituzione. Meno male che c’è stato un stop di Salvini. I populisti si muovono sul malcontento generale. Sono credente ed ho fiducia che il Padre Eterno ci manderà un segnale e riconsegnerà questo Paese alla civiltà che merita”.