Ogni tanto qualcuno, tra i nostri politici, si ricorda si sollecitare una vera riforma del voto all’estero, visto che il meccanismo elettorale con cui votano gli italiani nel mondo fa acqua da tutte le parti. Elisa Siragusa, deputata del gruppo Misto eletta nella ripartizione estera Europa, in una nuova interrogazione ai Ministri degli esteri e dell’interno, Di Maio e Lamorgese, sottolinea: il Governo dovrebbe provvedere a “modificare urgentemente l’attuale disciplina sulle modalità di voto degli italiani residenti all’estero introducendo il cosiddetto sistema di opzione inversa e disponendo l’invio del certificato elettorale, separato da quello della scheda elettorale”.
“Il 2 dicembre 2021 – si legge nella premessa – il Senato ha disposto la decadenza del senatore Adriano Cario nella Circoscrizione Estero-ripartizione America meridionale, la cui elezione era stata contestata per via di presunte schede irregolari; come si evince dalla relazione sul caso (Doc III, N. 5), le perizie calligrafiche confermerebbero “l’assenza di mani differenti per ogni scheda bensì la presenza di gruppi di schede riconducibili a una stessa mano”, inoltre “la terza perizia ha accertato che per la sezione n. 991 su un campione di 50 schede, tutte risultavano con certezza contraffatte perché compilate con la stessa mano e per talune schede sono state rilevate “tracce verosimilmente attribuibili al ricalco originato dalla sovrapposizione di una o più schede nel vergare il nominativo CARIO””; nella memoria, – continua Siragusa – il senatore Cario rileva come “la scelta del legislatore di consentire il voto per corrispondenza comporta necessariamente una deroga al principio di segretezza e personalità del voto, analogamente a quanto avviene per il voto assistito e per il voto a domicilio””.
“La polemica scaturita da questa vicenda – annota la parlamentare – è d’altra parte solo l’ultima di una lunga serie. In questi anni si è stati purtroppo costretti ad assistere a svariati scandali e controversie, così come a numerose inchieste e indagini, aventi per oggetto le – ormai ben note – problematicità e irregolarità concernenti il voto degli italiani all’estero; la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato nella relazione sottolinea, “la necessità che tale normativa sia profondamente riformata al fine di garantire la segretezza, l’effettività e l’assoluta regolarità del voto”. Anche la giunta delle elezioni della Camera, riunita in data 4 agosto 2020, ha concordato sulla necessità di una riforma del voto degli italiani all’estero evidenziando come “potrebbe essere utile modificare la legge nel senso di invertire il cosiddetto diritto di opzione: chi vuole votare per corrispondenza, dovrebbe scegliere quest’opzione. Tale proposta è stata avanzata, come altre recepite dalla giunta, dalla presidente dell’Ufficio centrale circoscrizionale per la circoscrizione Estero in sede di audizione, svoltasi il 4 ottobre 2018””.
“Nonostante questo stato di emergenza continuo, – stigmatizza la deputata – il legislatore non parrebbe ancora convinto della necessità di riformare, con urgenza, le modalità con le quali la vasta comunità dei nostri connazionali nel mondo esprime il proprio voto. Ma non solo: è parere dell’interrogante che si debba intervenire anche sulla normativa regolante l’acquisizione della cittadinanza, agendo in particolare sul discusso e discutibile istituto dello ius sanguinis senza limiti generazionali; “Ormai l’Italia viene letteralmente presa in giro anche in America Latina: giorni fa un giornalista argentino, parlando dello scandalo delle cittadinanze facili, ebbe a dire che per diventare italiani vale anche la parentela con Giulio Cesare”; 2020 il numero di italiani regolarmente iscritti all’Anagrafe degli Italiani residenti all’estero Aire ha raggiunto i 5.486.081; di questi, solo il 51,2 per cento risulta essere iscritto all’Aire per espatrio”.
Ricordato che “il sottosegretario Ricardo Antonio Merlo, rispondendo nell’agosto del 2018 a un’interrogazione presentata alla Camera, in commissione III (interrogazione n. 5-00305), rivelò che il Governo intendeva “avviare i lavori per una modifica della normativa che disciplina il voto degli italiani all’estero”” e che “l’anno venturo i cittadini saranno probabilmente chiamati a esprimere il proprio voto su vari quesiti referendari. Inoltre, entro il 2023 si terranno le prossime elezioni politiche”, Siragusa chiede ai due Ministri “se il Governo non intenda adottare iniziative normative volte a modificare urgentemente l’attuale disciplina sulle modalità di voto degli italiani residenti all’estero introducendo il cosiddetto sistema di opzione inversa e disponendo l’invio del certificato elettorale, separato da quello della scheda elettorale”.