Hanno ‘intenzionalmente ignorato la presenza di una falda acquifera superficiale nel sito, procedendo a false attestazioni’. Si e’ cosi’ determinata ‘una situazione diffusa tale da esporre a pericolo collettivamente un numero indeterminato di persone’. Le analisi tecniche lo hanno evidenziato: ‘Inquinamento non solo della falda acquifera superficiale ma anche di quella profonda, tale da configurare i caratteri propri del disastro ambientale’. E’ accaduto tutto questo nel Casertano, al sito di stoccaggio di Ferrandelle. Dove gli indagati – sette ai domiciliari – hanno messo in atto anche una truffa aggravata ai danni dello Stato resa possibile, per i pm, ‘dal comportamento omissivo degli organi di controllo e dai rappresentanti istituzionali deputati alla verifica’.
‘La presenza della falda’, ha ricostruito il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho, ‘e’ stata ignorata sia nella fase di progettazione che in quella di costruzione, ed anche nella successiva utilizzazione del sito, consentendo l’utilizzo di un sito del tutto inadeguato essendo lo stesso ubicato in area ove era vietata la realizzazione di impianti di gestione di Rsu ed essendo il terreno estremamente cedevole proprio in ragione della presenza della falda superficiale’.
‘Il progressivo, quanto inevitabile, precoce deterioramento delle barriere (costituite da piattaforma di calcestruzzo e geomembrana in Hdpe, aventi caratteristiche diverse rispetto alle previsioni progettuali), che avrebbero dovuto impedire l’inquinamento del sottostante suolo, ha poi ulteriormente aggravato le conseguenze, comportando un incremento del danno ambientale’, scrive ancora la Procura. ‘Attraverso le condotte ascrivibili a vario titolo agli indagati, si giungeva al cedimento strutturale delle piattaforme con conseguente lacerazione di teli impermeabilizzati e la conseguente immissione del percolato nella falde acquifere sottostanti, da determinare una situazione diffusa tale da esporre a pericolo collettivamente un numero indeterminato di persone, in ragione della contaminazione delle acque di falda e quindi dei terreni finitimi, anche destinati a insediamenti agricoli’, spiega de Raho. ‘Le analisi tecniche hanno infatti evidenziato l’inquinamento non solo della falda acquifera superficiale ma anche di quella profonda, tale da configurare – per il procuratore aggiunto – i caratteri propri del disastro ambientale’. E poi, anche un ulteriore aggravamento, ‘con lo smaltimento di rifiuti di ogni genere, lavatrici, materassi, rottami di vetture’. Nelle piazzole si sono cosi’ venuti a creare abbancamenti tale da determinare ‘il cedimento della struttura di contenimento e la conseguente penetrazione di percolato nelle sottostanti falde acquifere’. C’e’, poi, la truffa: la Simont Spa ‘ha realizzato maggior introiti in conseguenza della non conformita’ delle opere realizzate alle specifiche tecniche del capitolato’. Truffa da 3 milioni di euro; lo stesso importo sequestrato preventivamente al responsabile e al gia’ amministratore delegato della Simont. A finire ai domiciliari gli alti ufficiali dell’esercito Salvatore Bernardo, in congedo, Giovanni Capasso e Franco Salomone; il geologo della Simont spa, Giuseppe Antonio Diplomatico; l’architetto Paolo Madonna, gia’ rappresentante del Consorzio Caserta 2, attualmente dirigente del settore ambiente della provincia di Caserta; il geologo Andrea Piccirillo; l’architetto Biagio Vaglivello, gia’ rappresentante del Consorzio Caserta 2, attualmente custode giudiziale del sito di stoccaggio di Ferrandelle.
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