Non ha alcun dubbio il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato: se si riduce il numero dei parlamentari, è logico che anche il numero degli eletti all’estero dovrà diminuire.
“Per gli italiani all’estero – spiega il Vicepresidente del Senato – c’è un’equivalenza di riduzione, per cui quella riduzione che porta da 630 a 400 i deputati e da 315 a 200 i senatori vede una corrispondente riduzione degli eletti all’estero che passano alla Camera da 12 a 8 e al Senato da 6 a 4“.
In merito alla sua proposta di riduzione del numero di deputati e senatori, Calderoli spiega: “Ci sono tre provvedimenti in questo senso”, “è stato già incardinato il provvedimento in prima Commissione, predisporrò un testo unificato visto che sono quasi simili i tre testi e concluso l’esame dei provvedimenti d’urgenza passeremo a esaminarlo”.
“Ci sarà una ridefinizione dei collegi attraverso lo strumento della delega al governo” sottolinea l’esponente leghista a 9Colonne, specificando che il tema della legge elettorale sarà affrontato in altra sede: “Stiamo intervenendo solo sulla parte costituzionale, quindi sul numero dei parlamentari”.
Tuttavia l’esponente del Carroccio non rinuncia a dire la sua sul voto all’estero: “Le modalità di espressione del voto non sono assolutamente corrispondenti alle esigenze, si tratta di uno strumento, quello attuale per corrispondenza, che comporta meccanismi più oscuri che chiari”.
Proprio per questo il governo sta lavorando per mettere in sicurezza il voto degli italiani nel mondo. Il sottosegretario agli Esteri, Sen. Ricardo Merlo, ha assicurato: “Lavoriamo per un meccanismo elettorale che abbia zero possibilità di brogli”. Una nuova legge sul voto all’estero che potrebbe essere pronta già nel 2019.