Non posso fare altro che concordare col direttore Ricky Filosa nel dire che non mi garba l’Italia dei Ferragnez, un’immagine dell’Italia che non rappresenta davvero il nostro Paese.
Se il Regno Unito è l’Officina del mondo, per ciò che concerne la politica, l’Italia è la Culla della cultura europea ed occidentale. Basta pensare, per esempio, alle lingue e alla letteratura. L’Italia influenzò le lingue occidentali. Alcune di esse (come il francese, lo spagnolo e il romeno) sono lingue neolatine, come l’italiano, e altre sono ancora oggi influenzate dal latino. Un esempio è l’inglese.
Riguardo alla letteratura, scrittori e poeti come Jacopone da Todi, Dante Alighieri e Alessandro Manzoni sono studiati in tutto il mondo. Vogliamo poi parlare anche dell’arte italiana apprezzata ovunque? In Italia nacque anche il sistema bancario.
Il mondo che noi conosciamo non esisterebbe senza l’Italia. Noi italiani siamo un popolo di gente che lavora ma che al tempo stesso sa essere creativa.
Con tutto il rispetto, i Ferragnez non rappresentano tutto questo, ma l’idea di un successo facile, un’idea che (però) è anche effimera. Basta che accada qualcosa di storto, com’è accaduto a Chiara Ferragni, e il castello crolla.
Sono d’accordo col direttore Filosa anche per il fatto che la separazione dei Ferragnez non deve essere al centro delle cronache. Quante sono le coppie che si separano delle quali non si parla? Moltissime, eppure non se ne parla.
Non si può tenere fermo un Paese per le vicende di una coppia. Ci sono questioni ben più importanti, come la difesa del made in Italy, le infrastrutture e l’occupazione. A mio parere, dunque, il direttore Filosa ha perfettamente ragione.