Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulle proteste dei commercianti ha detto: “C’è naturalmente una grandissima attenzione verso queste proteste. La violenza degli infiltrati che abbiamo visto ieri va qualificata e combattuta come tale, il disagio della pandemia economica è reale, asimmetrico, nel senso che ci sono persone che rischiano di perdere tutto e persone che non rischiano nulla. E’ evidente che la soluzione arriverà quando l’economia potrà ripartire, sarà comunque una soluzione che non sarà uguale per tutti. Rispetto al grido di dolore di alcune categorie, la prima risposta non può che essere quella di procedere più speditamente con la campagna vaccinale e prendere decisioni che leghino alle vaccinazioni la possibilità di ripartire con una vita più normale e arrivare ad una graduale riapertura. Poi c’è il tema degli indennizzi ovviamente. Voglio ricordare che la Gran Bretagna sta gestendo in modo molto efficace la campagna vaccinale, però le riaperture cominciano ora, pub e ristoranti sono chiusi dal 1 novembre con l’eccezione di 2 settimane che sono costate care. In Italia il risparmio è cresciuto in modo significativo, questo significa che possiamo e dobbiamo puntare ad una ripresa che acceleri che consenta di mettere in circolo fiducia e quindi risorse economiche per il mercato e per tutti coloro che sul mercato vivono”.
Sulle richieste della Lega. “Salvini è in trance agonistica. La Lega è una delle principali forze parlamentari che sostengono questo governo, ha ministri importanti, se tu sei al governo devi assumerti la responsabilità delle decisioni che vengono prese, non puoi cavalcare la protesta, altrimenti facciamo a gara chi vuole riaprire di più. Non puoi fare il leader di governo e di opposizione contemporaneamente”.
Sui vaccini. “Credo che in generale la valutazione che si può fare oggi è insufficiente per quel che riguarda l’Ue sui vaccini, essendo l’Europa però la somma degli Stati nazionali e le istituzioni europee. La strategia di acquisizione dei vaccini è stata gestita dalla Commissione insieme agli Stati membri. Poi uno può immaginare che gli Stati da soli avrebbero fatto meglio, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Da una parte bisogna subito fare meglio, Draghi è andato al Consiglio Europeo e ha detto: dobbiamo fare di più e meglio e si sta cercando di farlo, ad esempio intervenendo sull’export dei vaccini per le aziende che non hanno rispettato i contratti. Tutti gli Stati conoscono i contratti che hanno sottoscritto, io so che non sono stati così diversi da quelli di altri Paesi, magari le clausole di garanzia che l’Europa ha chiesto sono state molte e prezzi non particolarmente premianti”.