Servizi consolari a singhiozzo un po’ in tutto il mondo. Questo denunciano gli italiani all’estero attraverso i social, ma anche consegnando le proprie lamentele ai loro organismi di rappresentanza di base, Comites e CGIE. In America Latina la situazione sta scoppiando: ricordiamo tutti la grande manifestazione organizzata dal MAIE di Ricardo Merlo a La Plata, per protestare contro un Console che – secondo la comunità italiana di quella circoscrizione consolare – non è in grado di far lavorare la sede consolare come dovrebbe. Troppi i problemi, troppo difficile, quasi impossibile, riuscire a prenotare un appuntamento in Consolato, anche solo per rinnovare il proprio passaporto.
Da La Plata a Mendoza, ancora in Argentina. Cresce la tensione in quella zona del mondo a causa del famigerato sistema Prenotami, quello che la rete consolare italiana ti costringe ad utilizzare per fissare appuntamento in Consolato. La situazione è davvero al limite, tanto che il Comites locale – presieduto da Marcella Penna, MAIE – chiederà alla sede consolare, nero su bianco, di sostituire quel sistema con un altro.
Luigi Vignali, direttore generale degli italiani all’estero alla Farnesina, durante l’ultima Plenaria CGIE ha spiegato che l’uso del Prenotami non è obbligatorio, eppure tutti i Consolati – tranne pochissime eccezioni, forse una soltanto: pensiamo a Caracas – ne fanno uso.
Ricordiamo che in quella stessa plenaria è stato accolto dall’amministrazione un ordine del giorno presentato dal consigliere Romanello (MAIE), con il quale si sottolinea che – dove è necessario – il Prenotami va accompagnato da altri canali.
ItaliaChiamaItalia.it ha raggiunto telefonicamente Mariano Gazzola, vicesegretario generale CGIE per l’America Latina, che dalla sua Argentina spiega: “La tensione tra i connazionali sta crescendo, perché da quando è entrato in vigore il sistema Prenotami non si è visto alcun miglioramento. Anzi – prosegue -, all’inizio le difficoltà riguardavano le circoscrizioni consolari con maggior numero di connazionali residenti – e allora il problema, si diceva, era l’alto numero di domande -, ma ora circoscrizioni più piccole in termini di iscritti AIRE (lamentele arrivano, per esempio, da Repubblica Dominicana e Costa Rica) segnalano che il sistema si blocca ed è dunque impossibile utilizzarlo. Dunque – sottolinea Gazzola – significa che il problema è proprio quel sistema: il Prenotami va cambiato”.
Di più: “In un mondo che grazie alle nuove tecnologie è diventato piccolissimo, i connazionali scoprono attraverso i social e i siti di informazione che non tutti i consolati utilizzano il Prenotami; dunque si domandano perché sono costretti a utilizzare quel sistema se non si riesce nemmeno a entrare per prendere appuntamento?”. E’ lo stesso che ci chiediamo anche noi, visto che “a Caracas, invece, gli italiani e i loro discendenti chiedono appuntamento con una semplice email, senza alcun problema”, conclude Gazzola.
Seguiremo da vicino il caso Mendoza e vi terremo informati.