Michele Schiavone, segretario generale del CGIE, riunito questa settimana in Plenaria alla Farnesina, ha spiegato che dalla discussione sullo stato della rete diplomatico-consolare all’estero, è emersa “la necessità di potenziare il numero dei funzionari della nostra rete, sia di ruolo che contrattisti”.
Schiavone sottolinea “l’impegno del CGIE per sollecitare il parlamento affinché sulla questione ci sia spazio e tempo da dedicare”, soprattutto in vista della Legge di Bilancio. “Non siamo il sindacato degli italiani all’estero, li rappresentiamo. Dobbiamo sollecitare affinché sulla questione si definiscano spazi e interventi”.
Sulla riforma del voto all’estero “ci giochiamo gran parte della credibilità come CGIE”, ha sottolineato Schiavone.
Sul voto all’estero il CGIE “ha assunto un impegno con il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, ma si tratta di un percorso seguito già dallo scorso anno”. Un impegno per “portare a compimento un tragitto che riguarda le modalità di voto per la Circoscrizione estero”.
Il voto degli italiani nel mondo “ha necessità di modifiche profonde” a causa di “situazioni che mettono in difficoltà la credibilità del voto all’estero”. L’intervento del Cgie va quindi verso l’individuazione di “indicazioni e principi sui quali il parlamento dovrà esprimersi”. Dunque il CGIE ha presentato la sua proposta, ma sarà il Parlamento ad arricchirla, se necessario, e migliorarla ulteriormente.