Vi raccontiamo il caso di Adriano Gaetani, un italiano che a causa delle sue gravi condizioni di salute lo scorso 16 aprile è stato ricoverato (per la seconda volta in pochi mesi) a Las Terrenas, costa Nord della Repubblica Dominicana, e che è rientrato in Italia il 7 giugno grazie all’interessamento della figlia Tiziana, al sostegno dell’Ambasciata d’Italia e all’aiuto disinteressato del Movimento Associativo Italiani all’Estero.
Questa, insomma, è una storia come tante altre che accadono oltre confine continuamente: connazionali entrano in ospedale ma hanno una assicurazione che non copre ingenti spese e dunque si trovano a non avere abbastanza soldi per pagare la clinica, tanto meno per rientrare in Patria. Così chiedono aiuto agli amici, alla famiglia, alle istituzioni, perché da soli sarebbero totalmente perduti.
La vicenda di Adriano, questa è la buona notizia, si è conclusa con un lieto fine: l’Ambasciata italiana si è fatta carico delle spese per il rimpatrio (volo aereo più un medico per accompagnare l’anziano Gaetani) mentre il MAIE, grazie all’interessamento del suo vicepresidente Vincenzo Odoguardi e del coordinatore nazionale MAIE RD Massimiliano Scerra, ha saldato il conto della clinica privata. Il papà di Tiziana ora sta relativamente bene, comunque ricoverato in un ospedale di Padova, ma già in Italia e vicino alla sua famiglia.
Tanti gli aspetti positivi della vicenda: la solidarietà italiana ha vinto ancora una volta; le nostre istituzioni diplomatiche si sono rivelate in grado di dare una risposta concreta alle necessità del nostro connazionale; associazioni, movimenti e forze politiche come il MAIE possono essere fondamentali per risolvere certe urgenze.
Ma in questa vicenda ci sono anche tante ombre. C’è chi parla di omertà e di speculazioni politiche da parte di alcuni. Ma andiamo per gradi.
IL PRIMO CONTATTO CON L’AMBASCIATA
Quando suo padre viene ricoverato per la seconda volta in pochi mesi, Tiziana scrive all’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo chiedendo aiuto. Dalla sede diplomatica la mettono in contatto con Elisabetta Copetti, corrispondente consolare a Las Terrenas. “Conosco tuo papà – dice Elisabetta a Tiziana -, non ti preoccupare di nulla, ora ci penso io”. Bene, pensa Tiziana.
Elisabetta le propone di ricoverare suo padre in una clinica privata: “Va bene, pagherò poco alla volta, perché il mio stipendio è quello che è”, fa sapere la figlia di Adriano, che di certo non vuole abbandonare suo padre al proprio destino. La corrispondente consolare, che a Las Terrenas è proprietaria di un negozio di ottica, la rassicura: “Vedrai che troviamo una soluzione”.
Così Adriano viene ricoverato. Ma Tiziana deve provvedere al cibo, al pannolone, ai guanti, a tutto. Oltre ai costi della clinica. “Mandavo i soldi ad Elisabetta per questo e per pagare due infermiere private”. Si parla di migliaia di euro: “Solo negli ultimi due mesi, da aprile ad oggi, le ho inviato almeno 4mila euro. Ma lei dice che ancora il conto non è saldato, che le devo soldi e che sta buttando giù i numeri per capire quanto manca”, dichiara Tiziana a ItaliaChiamaItalia. “Le ho detto chiaramente che io non ho tutto questo denaro… lei mi ha risposto un po’ alterata, ‘mandami la pensione di tuo padre’. Ma con quei soldi mio padre ci campa e mantiene pure mia madre”.
A quel punto Elisabetta, secondo quanto dichiara Tiziana a ItaliaChiamaItalia, reagisce male: “Non mi interessa a cosa serve la pensione di tuo padre, mandami quei soldi”.
Pensate che Tiziana, professione estetista, si è persino ritrovata nel suo negozio di Padova il marito di Elisabetta (sia lei che il marito sono originari di quelle parti e a quanto pare il marito si trova in città). “Sono il marito di Elisabetta, mi trovavo a passare da queste parti e così…”. Capito? Che coincidenza.
UN PASSO INDIETRO
Facciamo un passo indietro. Quando Tiziana non sa ancora come risolvere il problema del padre ricoverato nella RD, viene contattata da Vittorio Spadaro, connazionale residente a Las Terrenas, molto vicino al MAIE. Vittorio parla con lei che gli spiega la situazione, poi si confronta con Elisabetta Copetti e insomma si mette in moto per cercare soluzioni.
“Perché non mi hai parlato prima del MAIE?”, chiede Tiziana a Elisabetta, “Lo conosci? L’hai mai sentito?”. Copetti risponde di sì, che sa bene cosa è il MAIE, ma poi fa la misteriosa: “Guarda – dice a Tiziana -, tu tante cose non le sai, un giorno se ci vedremo ti racconterò, ti spiegherò…”. Cosa dovrebbe spiegare? “Quando avremo modo di vederci ti dirò… ma è come se tu fossi di un partito e noi di un altro”. Che???
Ma cosa significa? Copetti, corrispondente consolare, di fatto rappresentante dell’Ambasciata, dunque nella sua veste istituzionale, di fronte a un caso come quello di Adriano, sta forse parlando di politica? Di fazioni? Sta insomma facendo un gioco di parte? Sarebbe davvero vergognoso, noi non ci vogliamo credere. Ma secondo quanto ci racconta Tiziana, le cose sono andate proprio così.
La figlia di Adriano spiega a Elisabetta che non le interessano questioni politiche, di destra o sinistra, e che se c’è qualcuno in grado di darle una mano fa lo stesso da che parte sta politicamente.
SPECULAZIONE POLITICA
Speculazione politica, dicevamo. Come quella, ci sembra, messa in atto da Paolo Dussich, delegato nazionale CTIM in RD e consigliere CGIE di nomina governativa. “Paolo Dussich? Non so nemmeno chi sia”, ci confessa Tiziana. Eppure Dussich ha fatto girare una foto che lo ritrae con il medico che aveva in cura Gaetano e un comunicato in cui loda il lavoro di Copetti, che – tra parentesi – è molto vicina al CTIM e che, come Dussich, è di Padova.
“IL MAIE HA SCIOLTO I NODI”
Insomma, il succo di questa storia lo riassume la stessa Tiziana: “E’ vero, Elisabetta mi è stata vicina fin dall’inizio, è stata sempre molto disponibile. Senza il MAIE, tuttavia, non si sarebbe mai trovata una soluzione, è il MAIE che alla fine ha sciolto tutti i nodi dell’intricata vicenda”. Ma il punto finale di questa vicenda ancora non c’è: restano infatti alcuni interrogativi.
ANCORA TROPPI INTERROGATIVI
Perché Tiziana invia i soldi direttamente a Elisabetta, a cosa sono serviti quei quattrini? Perché la corrispondente consolare le dice “non so quanto manca per saldare i conti, ma tu mandami lo stesso un po’ di soldi e poi vediamo”?.
Perché, di nuovo, Copetti tiene all’oscuro di tutto enti ed associazioni che invece potrebbero dare una mano importante? Perché raccontava, a coloro che volevano aiutare, che Gaetani era in ospedale a Santo Domingo, quando al contrario non si era mai mosso da Las Terrenas? Cosa si voleva nascondere? Perché Elisabetta non parla del MAIE a Tiziana?
Forse, agendo davvero come una comunità, il caso di Adriano si sarebbe potuto risolvere tempo fa.
Di questi ed altri interrogativi Copetti e Dussich dovrebbero dare conto: l’una all’Ambasciata d’Italia, l’altro alla comunità italiana. Perché altrimenti la credibilità di entrambi sarebbe davvero a rischio.