Il Partito della liberazione dominicana (Pld) ha chiesto al presidente Luis Abinader di presentarsi in Parlamento per spiegare in modo “convincente e completo” i legami con societa’ registrate nei paradisi fiscali, cosi’ come emerso dalle rivelazioni giornalistiche dei cosiddetti “Pandora Papers”.
Quella sui Pandora Papers e’ una delle piu’ vaste inchieste organizzate dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi, con oltre 650 giornalisti coinvolti. Il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi, associazione che coinvolge varie testate internazionali, ha avuto accesso a 12 milioni di documenti da 14 compagnie di servizi finanziari in Paesi come le isole Vergini britanniche, Panama, Belize, Cipro, Emirati Arabi Uniti, Singapore e Svizzera. In alcuni casi ci sarebbero gli estremi per accuse di corruzione, riciclaggio di denaro e mancato pagamento delle tasse. Ma nella maggior parte dei casi, secondo il Consorzio, quanto emerge da Pandora Papers evidenzia quando persone influenti e ricche abbiano utilizzato societa’ per comprare in segreto proprieta’ nel Regno Unito e altrove. Sarebbero 95 mila le societa’ offshore dietro questi acquisti, ad evidenziare un fallimento del governo di Londra nel predisporre un registro delle proprieta’ offshore nonostante gli annunci.
Il Pld, riportano i media locali, denuncia infatti che molti dei collegamenti con societa’ offshore non sono presenti nella dichiarazione fiscale disponibile al pubblico, “contrariamente a cio’ che sostiene il presidente”.
Il partito di opposizione esorta infine il capo dello Stato a permettere alle autorita’ fiscali di svolgere un’indagine “esaustiva” sui fatti.
In una nota pubblicata a pagamento sui media, il capo dello Stato aveva fatto sapere di aver dichiarato pubblicamente, “come pochi presidenti al mondo”, di aver gestito i guadagni – frutto degli sforzi imprenditoriali suoi e della sua famiglia – tramite compagnie straniere, visto che la mancanza fino al 2008 di un diritto societario dominicano “aggiornato ed efficiente” poneva “ostacoli importanti” alle attivita’ imprenditoriali.