Gino Tombari, padre di Daniele, il vicentino morto a novembre a 48 anni a Santo Domingo, parla con Il Giornale di Vicenza: “Vogliono farmi tacere per sempre. Sono stato minacciato di morte perché voglio scoprire chi ha assassinato mio figlio. Io però non mi arrendo. Vado avanti”.
Per il 74enne, che a sua volta risiede da anni ai Caraibi, non si è trattato di un incidente stradale come sostenuto dalle forze dell’ordine locali e sostiene di essere stato minacciato di morte.
Daniele Tombari lavorava a Punto Italia, una pizzeria a Las Terrenas di cui era anche socio. La strada tra il locale e casa sua la percorreva in motorino e molto piano e quindi, secondo il padre, non si è trattato di un incidente stradale.
Gino Tombari e lo stesso socio della vittima (che è stato tra i primi ad accorrere sul posto dell’incidente) non hanno potuto non notare particolari che ritengono molto importanti: “Daniele aveva un occhio tumefatto, i denti rotti, traumi alla testa da entrambe le parti, il collo spezzato. Sul resto del corpo, tuttavia, non aveva alcun segno. Come se non bastasse lo scooter non aveva neppure un graffio”.
Gino Tombari è convinto che nella morte del figlio sia coinvolta una donna che il 48enne aveva frequentato e che avrebbe assoldato qualcuno per ucciderlo. Non solo: avrebbe portato via soldi e importanti documenti.