Dopo “l’eroico Andrea Canepari”, primo Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Dominicana dopo la riapertura della nostra sede diplomatica, un Ambasciatore – Stefano Queirolo Palmas – che in soli quattro mesi ha già dimostrato di voler essere presente e vicino ai connazionali, di voler far crescere ulteriormente l’immagine dell’Italia in questa meravigliosa isola dei Caraibi.
Ricky Filosa l’ha intervistato per Azzurro Caribe, periodico degli italiani di Centro America e Caraibi.
Ambasciatore Stefano Queirolo Palmas, capo missione a Santo Domingo. Qual è la situazione attuale in Ambasciata?
Abbiamo infine uffici funzionali e moderni, adatti per ricevere l’utenza dei connazionali, che a sua volta prende appuntamento on line. Questo ha reso le attese e le file di una volta un ricordo del passato. La squadra mi sembra equilibrata e riesce a svolgere i suoi compiti adeguatamente. È in programma un rafforzamento di personale.
Dopo circa quattro mesi dal suo arrivo, quali sono le sue considerazioni circa il tessuto sociale italiano presente nella Repubblica Dominicana? E le sue prime considerazioni sul Paese che ci ospita? Lei non era mai stato in Repubblica Dominicana…
Sono favorevolmente colpito dal clima di accoglienza che si respira nel Paese, sia da parte delle persone che delle autorità locali, e, naturalmente, dalle sue indiscutibili bellezze naturali. La comunità italiana è in crescita e molto diversificata, dai discendenti di espatriati dell’800 alle professionalità dei settori economici trainanti, ai residenti temporanei, alle famiglie miste, alle persone in pensione. Vedo però un tratto unificante: il desiderio di mantenere un contatto con la loro italianità e con l’Ambasciata. Occorrerà moltiplicare gli sforzi per rispondere a questa domanda.
A che punto sono le relazioni bilaterali tra Italia e RD?
Abbiamo ricevuto ad ottobre il Vice Ministro degli Esteri Gomez in Italia e ci sono vari accordi in via di perfezionamento. Stiamo lavorando con le autorità locali a numerose iniziative che collochino il rafforzamento delle relazioni in un prevedibile orizzonte temporale, ancorandolo a programmi concreti. Ritorneremo presto su questo punto, mi auguro.
Di recente ha ricevuto nel suo ufficio in Ambasciata la dott.ssa Diana Spedicato, presidente del Comites di Santo Domingo. Quali i temi affrontati?
Non appena fattibile mi piacerebbe poter presentare al Comites appena eletto, e quindi fresco di mandato popolare, un programma di collaborazione su punti molto precisi per unire le forze nel venire incontro alle istanze espresse dalla collettività. La Presidente Spedicato sa che siamo pronti a partecipare ad una prossima riunione presenziale.
Il Comites ha pensato di creare una Commissione che si occupi di assistere gli italiani che decidono di venire a vivere o a investire nella Repubblica Dominicana. Come? Offrendo loro informazioni e indicando i canali giusti da seguire a livello legale, commerciale, burocratico. Lei crede che una commissione del genere possa essere utile?
In tutte le Sedi in cui sono stato inviato come Ambasciatore o Console ho sempre visto all’opera un qualche meccanismo informativo, di primo orientamento per nuovi arrivati, di facilitazione per l’insediamento e di aggregazione. Sono strumenti assai utili per chi cerca di orientarsi. Che ciò avvenga per iniziativa spontanea o da parte di un’istituzione della comunità non mi sembra fondamentale. Ma che si faccia, se ancora non c’è, sarebbe positivo.
Quanti sono, ad oggi, gli iscritti AIRE nella RD?
12.696, in crescita nonostante i vari rimpatri in Italia con lo scoppio della pandemia.
Nel mondo, sono tanti i connazionali che lamentano servizi consolari non adeguati ad un grande Paese qual è l’Italia. In certe zone del mondo, per rinnovare un passaporto possono essere necessari anche mesi. Quali sono, oggi, i tempi per rinnovare un passaporto a Santo Domingo?
In genere 2 o 3 settimane, se non ci sono difficoltà di sostanza. Sono tempi assai competitivi anche con quelli delle migliori questure in Italia. Gli appuntamenti si possono trovare pure a pochi giorni dalla richiesta, anche se questo dipende dal periodo dell’anno.
Presto i visti per l’Italia verranno trattati a Santo Domingo, non più a Panama. Come vi state preparando a questo cambio?
Affideremo ad una società esterna l’onere della raccolta della documentazione, Almaviva S.p.A., che ha vinto una gara pubblica di aggiudicazione e sostituirà l’attuale VFS Global. Da parte nostra ci aspettiamo un primo periodo di assestamento dove lavoreremo solo i visti urgenti e inderogabili, fino ad entrare pienamente a regime. Vorrei sin da ora assicurare che tratteremo la questione della riapertura dell’Ufficio visti con molta attenzione e colgo l’occasione per lanciare un messaggio: affidatevi solo al centro Almaviva e all’Ambasciata per ricevere informazioni e per presentare richieste. I costi sono stabiliti per legge e li pubblicheremo, non ci sono scorciatoie o facilitazioni; in poche parole, diffidate dalle “imitazioni”!
Sappiamo che in questi primi mesi ha già svolto alcune missioni fuori dalla capitale, per incontrare da vicino le comunità italiane residenti nelle diverse province del Paese. Ce ne vuole parlare?
Abbiamo voluto iniziare le missioni nelle città dove sono presenti uffici consolari onorari: La Romana, Santiago e Puerto Plata. Ogni missione ha previsto un incontro con le Autorità locali e un momento di riunione con i connazionali. Come abbiamo già annunciato sui nostri canali web, si è trattato solo delle prime missioni nel Paese e ne seguiranno altre durante il 2022. È sempre importante non limitarsi alla capitale. Ne ho parlato anche con il Presidente Abinader, alla consegna delle credenziali, ottenendone un chiaro apprezzamento.
Ha intenzione di proseguire nei suoi incontri con gli italiani? Ha già pensato alle prossime mete?
Sicuramente organizzeremo qualcosa a Boca Chica, torneremo a Santiago, e vorrei trovare un nuovo corrispondente consolare almeno per la zona di Las Terrenas.
Vuole parlarci del futuro che riguarda la residenza dell’Ambasciatore? Secondo quanto ci risulta, esiste un grande progetto che presto diventerà realtà…
Costruiremo per restare, anche questo ho detto al Presidente. Il progetto è ambizioso, vogliamo creare uno spazio unico, mettendo insieme uffici, residenza e ambienti polifunzionali, dove ci si senta in Italia, bello, comodo, ordinato, a beneficio sia dell’utenza italiana che di quella dominicana. Appena Roma approverà il progetto si partirà con la gara per la costruzione, sul sito della vecchia residenza.
Non si è ancora chiuso l’accordo tra Italia e Repubblica Dominicana per quanto riguarda le patenti di guida. Il pallino, secondo le informazioni che abbiamo, è in campo dominicano. La questione potrebbe sembrare poco rilevante, ma in realtà interessa tanti italiani, moltissimi dominicani. C’è la speranza di portare a termine questo accordo quanto prima?
L’accordo è al vaglio delle Autorità dominicane, lo abbiamo trasmesso poco prima che scoppiasse la pandemia nel 2020. Sino ad ora non abbiamo ricevuto un riscontro dalle Autorità locali, vuoi anche forse per il cambio di Governo e, appunto, per il cambio di priorità che giocoforza ha richiesto la lotta al Covid-19. Ciò detto, speriamo di giungere ad un risultato condiviso nell’interesse di entrambi i Paesi e dei nostri connazionali qui residenti.
Se potesse lanciare un messaggio a tutti gli italiani di questo meraviglioso Paese caraibico, quale sarebbe?
Sia nella vita che in politica, che nelle relazioni internazionali non c’è niente che non si possa fare, unendo le forze. Vogliamo essere facilitatori di realizzazioni condivise, sulla scorta di tutta la storia comune che ci lega a questo Paese.
@rickyfilosa